Renzi attacca Emiliano ed il PD pugliese alza le barricate a sua difesa.

Clima teso fra ex compagni di partito. Da una parte, Matteo Renzi, che compagno nel vero senso politico del termine non è mai stato ma che del PD è stato segretario per una stagione politica significativa, dall’altra gli esponenti del PD pugliese che corrono in soccorso del presidente della Regione, che il rottamatore ha definito come uno degli uomini politici peggiori di cui dispone l’Italia, ricordando in particolare questioni politiche quali il gasdotto approdato nella marina di Melendugno, l’ex ILVA e la Xylella.
Provandosi a inserire nelle contraddizioni e nelle ambiguità che legano il PD al Movimento 5 Stelle, Renzi aveva nei giorni scorsi chiesto ironicamente come mai il movimento guidato da Giuseppe Conte, pur essendo uscito recentemente dalla maggioranza che sostiene Emiliano a seguito delle recenti inchieste giudiziarie che hanno coinvolto alcuni esponenti della sua amministrazione, non volesse votare la mozione di sfiducia che il centrodestra ha presentato in Regione, poi respinta, e che invece Italia Viva ha convintamente votato.
Un vero e proprio fuoco di fila si è alzato oggi a difesa dell’ex magistrato, partire da Marco Lacarra, deputato barese del PD, il quale ha argomentato la sua difesa di Emiliano alla luce della recente pubblicazione di alcune stime economiche che dimostrerebbero la bontà del lavoro svolto dalla giunta regionale : “Renzi sbaglia quando parla in questi termini del Presidente Emiliano perché, come spesso gli capita, antepone il livore personale ad un’analisi lucida dei fatti. Altro che dimissioni, se la Puglia già corre, è proprio grazie alle politiche che è stato in grado di mettere in campo il Presidente Emiliano in questi anni. Oggi, come dimostrano gli ottimi dati sul PIL, la nostra Regione va più forte di tutti gli altri in Italia e in Europa. Nel triennio 2020-2023, la Puglia è cresciuta del 5,8%, più di Lombardia e Veneto, ma anche in misura molto maggiore rispetto al dato di Germania e Francia.”
Lacarra ha continuato mettendo alcuni puntini sulle “i”, prendendo le distanze ad esempio sulla questione Ilva dalla condotta seguita all’epoca da Renzi, giudicata troppo indifferente rispetto alle richieste impellenti sull’ambientalizzazione dell’impianto:
“Anche sui temi specifici l’ex Presidente del Consiglio fa tanta confusione. Sull’Ilva non si è mai voluto sedere al tavolo con i territori che chiedevano a gran voce una svolta green della produzione di acciaio, a tutela della salute dei tarantini e dell’ambiente. Sulla “Buona Scuola”, invece, l’abbaglio fu il suo e spero che presto o tardi lo riconosca. All’epoca ritenni da consigliere regionale di sottoscrivere una mozione contraria a quel progetto e tutt’ora penso sia stato uno dei suoi errori più gravi.”
Per Anna Filippetti, segretaria Provinciale del Pd di Taranto, “Matteo Renzi utilizza la campagna elettorale delle europee per strappare qualche titolo di giornale, evidentemente è a caccia di visibilità.
Non si spiegano diversamente queste uscite teatrali senza alcun appiglio politico né tantomeno amministrativo.
Solo qualche giorno fa il Consiglio regionale ha respinto la mozione di sfiducia a Michele Emiliano a larghissima maggioranza, se ne faccia una ragione e continui il suo tour elettorale evitando di confonderlo con un tour di cabaret”.
Anche Claudio Stefanazzi, deputato leccese del Partito Democratico ha voluto, come Lacarra, prendere le distanze dai provvedimenti approvati da Renzi da presidente del Consiglio (vedi Tap) o rivendicare quanto fatto da Emiliano in materia di contrasto al batterio che ha falcidiato gli ulivi salentini: “Matteo Renzi attacca di nuovo il Presidente Emiliano, in un confuso minestrone che mette insieme Tap, Ilva, Xyellla, trivelle, eccetera, eccetera. Mentre proprio sulle questioni che riguardano il Salento ci sarebbe tanto da dire rispetto all’operato di quegli anni del suo esecutivo. Su TAP, per esempio, fu il suo Governo a decidere di spostare l’approdo 50 km più a Sud, costruendo su un’area naturale invece che nell’area già infrastrutturata di Brindisi. Sulla Xylella, invece, quando Emiliano è diventato Presidente, la Commissione UE aveva già avviato le procedure di infrazione contro l’Italia per le mancate azioni di contrasto del batterio. Anzi, è solo grazie alla gestione dell’amministrazione di Michele Emiliano che il rischio infrazione è stato scongiurato e che la Regione ha adottato tutte quelle iniziative di contenimento e monitoraggio che oggi ci aiutano a combattere una fitopatologia contro cui, purtroppo, non disponiamo ancora di una cura definitiva.”
Vale la pena ricordare, in conclusione, che il PD è attualmente assai diviso al suo interno sulla condotta da tenere in merito alla raccolta firme volta ad indire un referendum sul “job act” intrapresa dalla CGIL, che Giuseppe Conte ha subito sostenuto e che la segretaria del Partito Elly Schlein, anche per non farsi scavalcare a sinistra dai 5 Stelle, ha affermato di voler anch’ella sottoscrivere, pur lasciando sulla materia “libertà di coscienza” a tutti i dirigenti e ai militanti. Il job act fu, insieme alla “Buona scuola”, probabilmente il provvedimento simbolo approvato dal governo guidato da Matteo Renzi il quale, in questi giorni, provoca il suo ex partito sostenendo come esso stia prendendo, sull’argomento, le distanze da se stesso.