Sgominata rete di sfruttamento minorile: arresti in Puglia all’alba

Nelle prime ore di questa mattina, l’operazione alba in Puglia ha visto la polizia fare irruzione in varie strutture ricettive di lusso nelle province di Bari, Roma, Trani e Lecce. Dieci individui, quattro donne e sei uomini, sono stati presi in custodia, accusati di aver sfruttato giovani ragazze in attività di prostituzione minorile.
Gli arresti hanno messo in luce una rete organizzata: le indagini, iniziate nel marzo del 2022, sono state scatenate da una denuncia preoccupata di una madre. La donna aveva notato strani comportamenti nella figlia sedicenne, la quale sembrava essere sotto l’influenza di una escort conosciuta nelle Marche. Da quel momento, la Squadra Mobile di Bari ha lavorato senza sosta, seguendo ogni minimo sospetto: pedinamenti, appostamenti e intercettazioni, fino alle audizioni delle stesse minorenni coinvolte.
Il sistema di sfruttamento era complesso: secondo gli investigatori, le minori venivano attratte da promesse di facili guadagni. Alcuni clienti, totalmente consapevoli della loro età, pagavano somme ingenti per prestazioni sessuali. Le ragazze, a loro volta, spendevano i guadagni in vestiti di marca e cene costose, sempre con la massima discrezione per evitare sospetti in famiglia.
La rete di complicità: non solo chi organizzava gli incontri o gestiva le strutture ricettive era coinvolto. Anche coloro che accompagnavano le ragazze e gestivano le comunicazioni con i clienti facevano parte di questo oscuro sistema. Le ragazze, terminate le prestazioni, dovevano consegnare il 50% dei loro guadagni agli sfruttatori.
La presunzione di innocenza prevale: è cruciale ricordare che tutte le accuse sono ancora oggetto di indagine. I detenuti avranno la possibilità di difendersi in un processo equo, dove la loro colpevolezza o innocenza sarà determinata.
L’Operazione alba in Puglia non è solo una vittoria contro il crimine organizzato, ma anche un monito per chi pensa di poter eludere la legge sfruttando i più vulnerabili.