Al via l’intensa e suggestiva Settimana Santa pugliese

Al via l’intensa e suggestiva Settimana Santa pugliese Col Giovedì Santo si dà inizio, al Triduo Pasquale, che sintetizza e riassume il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù e con cui si conclude il tempo della Quaresima: il Triduo è il culmine delle celebrazioni pasquali e con questo rito si entra nel vivo delle varie commemorazioni liturgiche, ad incominciare dalle celebrazioni dell’Ultima Cena, che ricorda l’istituzione, da parte di Gesù del Sacramento dell’ Eucarestia o Comunione.
Dimensione fortemente scenica e ancora assai evidente in alcune manifestazioni paraliturgiche che scandiscono la Quaresima, la Settimana Santa ed i suoi riti in Puglia.
La Regione Puglia intende mantenere vivi anche quest’anno i suoi antichi riti religiosi che da sempre sono punti cardini per la collettività in termini di partecipazione e di coinvolgimento emotivo.
La Puglia è riuscita nei secoli a non contaminare questo immenso patrimonio ispirato alla tradizione, che offre al visitatore un percorso carico di misticismo e religiosità, dove l’arte e la storia si intrecciano con la pietà popolare, che anno dopo anno, generazione dopo generazione, il popolo pugliese custodisce gelosamente. Riti religiosi che si tramandano nelle generazioni ormai dalla fine del 1700.
Riti religiosi che iniziano con la Domenica delle Palme e terminano la Domenica di Pasqua, vedendo il giorno più imponente il Venerdì Santo.
Riti religiosi che si snodano nei vicoli del centro storico, tra le antiche e monumentali chiese che avvolgono il visitatore e lo addentrano in un’atmosfera intensa, carica di emozioni e di sensazioni che vengono sottolineate dal suono struggente eseguito dalle bande musicali dei paesi.
Molti sono i riti religiosi carichi di misteri che avvolgono la Puglia. Nella tradizione popolare la Pasqua segna la ripresa della vita dopo il letargo della natura e l’astinenza della Quaresima.
Pasqua è passaggio dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia. Nel periodo che segna il passaggio tra l’inverno e la primavera, i riti della Settimana Santa, in Puglia, sono contrassegnati dall’antica dialettica morte-vita delle società agropastorali.
Essi annoverano ricche ed antiche tradizioni e si esprimono in numerosissime rappresentazioni rievocanti la Passione di Cristo. Si pensi alle numerose processioni “dell’incontro” che hanno luogo in molti centri della regione.
Sono manifestazioni che hanno origini remotissime e che mantengono ancora oggi, secolo dopo secolo, le stesse caratteristiche di base, salvo piccole modifiche dovute all’adattamento al contingente. Queste rappresentazioni sceniche sono molto sentite ovunque, tanto da suscitare ancora un forte richiamo per gli emigrati e per i turisti.
Accenti penitenziali conserva la “processione delle catene” che ha luogo a Troia, i via crauci di Noicattaro e Triggiano, vestiti di sacco nero e con corona di spine sulla testa, che seguono a piedi scalzi i simboli sacri recando sulle spalle pesanti croci; alle caviglie recano la catena della “disciplina” con cui sino a qualche decennio addietro si fustigavano durante i riti.
Strumenti di mortificazioni e “discipline” sono ostentati anche nelle processioni di Gioia del Colle e di Valenzano. Aspetti marcatamente spettacolari e insieme penitenziali mantengono le processioni che hanno luogo a Taranto assurte ormai a emblema della ritualità pasquale della Puglia.
Il mistero pasquale offre al popolo pugliese la possibilità di manifestare l’animo popolare nella più pura genuinità espressiva, ogni suo gesto, atteggiamento o movimento è accompagnato da un profondo rispetto verso il sacro e dà un senso di venerazione verso i santi misteri.
La processione dei Misteri di Noicattaro in provincia di Bari, si snoda al pomeriggio del Venerdì Santo dalla chiesa del Carmine e si conclude all’alba del Sabato Santo. Tra le statue coppie di “perdoni” procedono a passo lentissimo richiamando antichissime manifestazioni rituali del cordoglio di matrice medioevale: la parossistica “nazzecata”, simile all’ ”annaccata” dei riti pasquali siciliani, costituisce infatti una sorta di sospensione temporale e la manifestazione del lutto attraverso il rallentamento motorio e gestuale esprime il cordoglio corale per la morte dell’Uomo-Dio.
Il “passo di lutto” è esasperato dalle scansioni ritmiche e stridule del crepitacolo di legno con battenti in ferro (previsto dall’antico Rituale Romano) e dalle laceranti melodie funebri che costituiscono la vera e propria colonna sonora della passione pugliese.
Caratteriste analoghe ha la processione di Mottola che muove dalla chiesa del Carmine all’alba del Sabato Santo per concludersi nel primissimo pomeriggio: alle antiche e belle statue del Maccagnani si sono aggiunte recentemente quelle della Pietà e degli angeli che recano i simboli del martirio.
Nella chiese, il Giovedì Santo, si svolge la “lavanda dei piedi” a tredici fedeli (che rappresentano i tredici apostoli), da parte del parroco. La cerimonia della lavanda ha oggi carattere simbolico, come atto di umiltà ; nell’antichità in Palestina, era prassi lavare le estremità inferiori al forestiero, prima di ospitarlo in casa. Gesù, con la lavanda, vuol significare la integrazione dei discepoli, aggregandoli alla Casa del Signore.
In serata inizia la visita ai Sepolcri. Le chiese stanno aperte per tutta la nottata del Giovedì.
Il Sepolcro è il repositorio nel quale viene custodito il S.S. Sacramento durante la Settimana Santa.
ll Giovedì Santo, determina l’inizio del lutto stretto, e le campane smettono di suonare. Riprenderanno il loro canto alla Resurrezione. Con ritualità, che presentano varianti a volte significative, vengono sospesi i simboli della vita: il tabernacolo si vuota, le lampade ad olio si spengono, gli oggetti sacri vengono coperti, le campane non vengono fatte suonare. “Calano le tenebre” che annunciano il lutto.

Il Giovedì Santo è dedicato allo Spirito Santo. I Sepolcri continuano ad essere allestiti in quasi tutte le chiese e vengono addobbati con fiori e germogli preparati durante la Quaresima.
Il Venerdì Santo, ricorrenza della morte di Cristo, si ritiene giorno sacro e si osserva una certa austerità. Secondo una credenza popolare addirittura nei tempi passati, era assolutamente vietato pettinarsi mentre era di buon augurio impastare la pasta per fare il pane.

La Settimana Santa in Puglia si conclude con la Domenica di Pasqua, durante la quale si celebra la resurrezione di Cristo e la vittoria della vita sulla morte. In questo giorno, le chiese sono addobbate con fiori e le famiglie si riuniscono per pranzare insieme e scambiarsi gli auguri di Buona Pasqua.

In Puglia, la tradizione vuole che il pranzo di Pasqua sia un momento di grande convivialità e di gioia condivisa in famiglia.
La tavola si arricchisce di piatti prelibati e di dolci tradizionali, preparati con cura e dedizione dalle mamme e dalle nonne.
Tra le specialità più amate troviamo le “sagne `ncannulate”, una pasta fatta a mano e condita con un ragù di carne di agnello, e la “pittule”, una sorta di frittelle salate preparate con la farina di grano duro e le olive.
Ma il piatto forte del pranzo di Pasqua in Puglia è senz`altro l’agnello al forno, simbolo di purezza e di rinascita. L’agnello viene preparato con erbe aromatiche e spezie, e cotto lentamente nel forno a legna, fino a diventare morbido e succulento.
Il pranzo di Pasqua in Puglia rappresenta un momento di grande festa e di unione familiare, in cui si riscoprono le tradizioni e le radici culturali della regione.
Un popolo che vuole preservare questo patrimonio proteggendo e difendendo il valore e la memoria, promuove nel mondo i suoi Riti e gli eventi collegati che durante la Settimana Santa vengono riproposti in Puglia.
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