Stalking su donna incinta, indagato l’ex consigliere regionale Luigi Morgante (NOI Moderati)

Stalking su donna incinta, indagato l’ex consigliere regionale Luigi Morgante Lo stalking è una violazione duratura e sistematica della libertà personale e della privacy di un’altra persona (vittima), verso la quale vengono messi in atto comportamenti intrusivi e continui di controllo, sorveglianza, ricerca di contatto comunicazione.
La vittima è ovviamente infastidita, preoccupata e in allerta continua verso tali comportamenti non graditi. Secondo l’Osservatorio Nazionale Stalking le vittime sono per l’82% donne, che solo nel 17% dei casi sporgono denuncia nei confronti dei loro persecutori. Questi, per l’85% uomini, sono nel 55% dei casi ex partner che non accettano la fine e la chiusura del rapporto di coppia.
Lo stalker è, generalmente, un uomo con una personalità disturbata che crede (nella sua mente) di avere delle buone motivazioni per fare quello che fa.
La Procura di Bari ha emesso un avviso di fine indagine nei confronti del vicepresidente nazionale di Noi Moderati ed ex consigliere regionale pugliese, Luigi Morgante, accusato di atti persecutori con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di una donna a cui era legato da una relazione sentimentale.
L’uomo, incurante anche dello stato di gravidanza della compagna, avrebbe usato su di lei violenza fisica e verbale minacciandola, tirandole i capelli e colpendola con un bastone alle gambe.
Fino al novembre 2023 secondo quanto scritto nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dalla pm Silvia Curione, Luigi Morgante avrebbe in più occasioni schiaffeggiato la donna, in un’altra le avrebbe messo le mani intorno alla gola e, dopo averla spinta sul divano, avrebbe cercato di soffocarla con l’intento di farla abortire.
Luigi Morgante: “Questo bambino non deve nascere, tu sei morta“.
Diversi sono stati gli episodi, segnalati e documentati dalla vittima, delle continue aggressioni fisiche e verbali.
Le condotte dell’indagato hanno cagionato nella vittima un grave stato d’ansia e di paura nonché un fondato timore per la propria incolumità, tanto da costringerla a cambiare abitudini di vita.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari diretta da Silvia Curiore, avrebbero portato ad accertare i reati contestati.