Supplemento di indagini per la morte di Viviana Delego, la mamma di Fasano non sopravvissuta alla nascita dei due gemelli

Esaminate le due perizie medico-legali, quella della Procura e quella dei periti nominati dalla famiglia della vittima, in assoluta discordanza fra di loro, il Gip del Tribunale di Brindisi Vittorio Testi ha deciso di accordare tre mesi suppletivi di indagini per cercare di accertare la verità sul decesso della 42enne di Fasano Viviana Delego.
Non è stata quindi accolta la richiesta del pm della Procura, Giovanni Marino, il quale aveva chiesto, nella camera di consiglio tenutasi il 6 marzo scorso, di archiviare il caso. Viviana Delego, insegnante, già madre di una bambina, morì per un’emorragia dopo aver dato alla luce due gemelli, un maschio ed una femmina, il 22 dicembre 2022. Sebbene l’inchiesta sia attualmente a carico di ignoti, le due perizie divergono radicalmente in merito alla tempestività ed all’adeguatezza del trattamento chirurgico al quale la donna fu sottoposta.
In particolare accadde che l’intervento fu eseguito dal primario di Chirurgia generale dell’ospedale Perrino su richiesta del collega di ginecologia, il quale si era accorto che la situazione in cui versava la paziente al momento del travaglio era già estremamente grave. Fu possibile quindi far nascere due bambini in perfetto stato di salute, ma la loro mamma non riuscì a superare l’evento. Tanto il Ministero della Sanità quanto l’assessorato regionale al ramo attivarono delle ispezioni sul caso.
Tanto il legale della famiglia di Viviana, Paolo D’Incecco, quanto il marito della donna, Giacomo Cofano, hanno commentato la decisione del Gip con soddisfazione e compostezza: nessuna intenzione da parte loro di puntare il dito verso chicchessia, ma assoluta necessità, allo stesso tempo, di fare chiarezza sulla vicenda, di rendere giustizia a Viviana.
Giacomo Cofano ha il compito delicatissimo di dover crescere tre figli in assenza della moglie. Anche Papa Francesco, dopo la disgrazia, volle manifestargli telefonicamente la sua vicinanza: un gesto di memorabile umanità. Raccontando al Quotidiano di Brindisi la sua situazione, potremmo definire esistenziale, quella che è diventata di fatto la sua missione di vita, ha detto: “la nostra prima figlia è lo scopo più grande da superare. Ha vissuto sua madre fino ai sei anni ed il ricordo è nitidissimo. Mi chiede cosa è successo a mamma, ed è quello che tutto sommato voglio sapere anch’io. La bambina ha il coraggio di piangere pensando alla madre, io non posso permettermelo davanti a lei. Un giorno sia lei che i suoi fratelli dovranno sapere cosa è accaduto.”
Giacomo Cofano si augura, il prima possibile, di poter almeno ricevere, e di fornire ai suoi figlioli, una spiegazione che serva, se non ad affievolire il peso di una mancanza tanto grande, ad inquadrarla di senso. Un senso che però solo da adulti è possibile soppesare in tutte le sue sfaccettature.