Emergenza cinghiali in Puglia: urge una soluzione

Emergenza cinghiali in Puglia è diventata una frase talmente comune da poter quasi sostituire il buongiorno mattutino. Ma dietro a questo saluto si nasconde un problema che sta diventando sempre più serio e che merita una soluzione altrettanto seria. Confagricoltura Puglia, esasperata da una situazione che ha ormai superato i limiti del tollerabile, lancia un appello per una legislazione meno complessa e frammentata. Ma cosa significa realmente questa emergenza cinghiali in Puglia per chi vive quotidianamente la terra?
La situazione attuale
Nelle campagne pugliesi, gli agricoltori si trovano ad affrontare quotidianamente degli ospiti indesiderati che, oltre a non pagare l’affitto, si divertono a devastare coltivazioni, danneggiare infrastrutture e mettere a rischio la sicurezza stradale. Parliamo di una stima di danni che si aggira attorno ai 17 milioni di euro all’anno. Una cifra che, in tempi di magra, pesa non poco sulle spalle di chi lavora la terra.
La richiesta di Confagricoltura

La soluzione proposta da Confagricoltura Puglia sembra semplice: semplificare la legislazione. Il presidente Luca Lazzàro sottolinea la necessità di superare la frammentazione delle normative in materia di fauna selvatica per rendere più efficaci le misure di controllo. Non solo, ma anche creare una filiera alimentare controllata che possa valorizzare le carni di selvaggina, tenendo alta l’attenzione sui controlli sanitari per evitare la diffusione di malattie come la Peste Suina africana.
Un appello alla sicurezza e alla sostenibilità
Questo appello per una legislazione semplificata non è solo un grido di aiuto degli agricoltori, ma anche un invito a tutta la comunità a riflettere sull’importanza della sicurezza alimentare e stradale, nonché sulla sostenibilità delle pratiche agricole.
L’emergenza cinghiali è una di quelle questioni che, pur manifestandosi in modo plateale, rischia di restare inascoltata. La soluzione proposta da Confagricoltura Puglia offre una via d’uscita che non solo potrebbe risolvere il problema alla radice, ma anche aprire nuove vie per un’agricoltura più sostenibile e sicura. È ora che le voci degli agricoltori vengano ascoltate e che si passi dall’immobilismo all’azione.