Dissalatore sul fiume Tara AQP osteggiato da Legambiente
Il progetto del dissalatore ultratecnologico presentato da AQP: Il Presidente Domenico Laforgia osteggiato da Legambiente
Acquedotto Pugliese ha recentemente dato il via alla realizzazione del più grande dissalatore ad uso civile d’Italia, che sorgerà nell’agro di Taranto e utilizzerà le sorgenti salmastre del fiume Tara. Una mossa strategica nella gestione delle risorse idriche e nell’approvvigionamento di acqua potabile per la popolazione. Con una potenzialità di circa 55.400 metri cubi al giorno di acqua potabile, l’impianto è stato progettato per soddisfare il fabbisogno giornaliero di circa 385.000 persone, quasi un quarto della popolazione dell’intera penisola salentina. Questo ambizioso progetto, del valore di circa 100 milioni di euro e in parte finanziato tramite fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mira a garantire un approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile per la regione.
Il Consiglio di Amministrazione di AQP ha approvato la gara per la realizzazione di questo impianto all’avanguardia, che utilizzerà la tecnologia dell’osmosi inversa per il trattamento delle acque salmastre. Situato sulle sorgenti del fiume Tara, l’impianto sarà integrato con uno schema di adduzione per servire l’intera regione della Puglia.
Secondo il piano strategico di AQP per il 2026, tre priorità guideranno l’attività dell’azienda: la tutela della risorsa idrica, con l’obiettivo di recuperare 44 milioni di metri cubi di acqua; l’implementazione di un sistema di economia circolare, con la gestione interna di 130.000 tonnellate di fanghi; e l’accelerazione sulla transizione energetica, con l’obiettivo di produrre oltre 90 GWh di energia da fonti rinnovabili entro il 2026.
Per attuare questo piano industriale, sono previsti investimenti per un totale di 2.031 milioni di euro, di cui oltre l’85% sarà dedicato a migliorare la qualità del servizio ai clienti e a mitigare l’impatto ambientale attraverso la riduzione delle perdite e l’adozione di nuove tecnologie nel settore del trattamento delle acque.
Secondo Legambiente impatto negativo su ecosistema e paesaggio – Punti critici il monitoraggio e il prelievo industriale
Legambiente Taranto solleva criticità nel procedimento di valutazione ambientale dell’impianto di dissalazione delle acque salmastre e ha messo in luce gravi preoccupazioni riguardo al procedimento di valutazione di impatto ambientale relativo alla realizzazione dell’impianto di dissalazione delle acque salmastre delle sorgenti del Tara, e delle condotte di adduzione dell’acqua potabilizzata e di scarico della salamoia.
Una delle principali preoccupazioni di Legambiente riguarda l’entità degli impatti ambientali che potrebbero derivare dall’implementazione dell’impianto di dissalazione delle acque salmastre. Secondo l’associazione, il progetto potrebbe causare danni significativi agli ecosistemi locali e alle risorse idriche, con possibili conseguenze negative sulla salute pubblica e sulla qualità della vita delle comunità circostanti.
Inoltre, Legambiente Taranto ha sottolineato la necessità di valutare attentamente le alternative al progetto proposto, evidenziando che esistono opzioni più sostenibili e meno impattanti per garantire la disponibilità di risorse idriche nella regione. In particolare, l’associazione ha suggerito di esaminare l’opportunità di sfruttare le risorse idriche provenienti dalle sorgenti del Sarmento e del Sauro, nonché di implementare misure per ridurre le perdite idriche, che potrebbero fornire quantità di acqua superiori a quelle previste dall’impianto di dissalazione, senza compromettere l’ambiente e il benessere delle comunità locali.
il presidente di AQP, Domenico Laforgia
“È un grande impianto di dissalazione, il primo impianto di queste dimensioni che viene varato in Italia con processo ad osmosi inversa, in grado di trattare 1.000 litri al secondo, che consentirà di produrre con una potenzialità di 55.400 m3/giorno di acqua potabile. È stato progettato per produrre ogni giorno l’equivalente del fabbisogno idrico giornaliero di 385.000 persone, quasi un quarto della popolazione dell’intera penisola salentina.
Prelevando le acque salmastre del fiume Tara, caratterizzate da un grado di salinità relativamente basso in luogo di quella marina molto più salata, sarà limitato il consumo di energia elettrica e l’impatto dell’opera sull’ambiente”.
la Direttrice Generale di AQP Francesca Portincasa
“Una giornata storica per AQP che, in coerenza con il piano strategico al 2026 e le azioni stabilite a tutela della risorsa idrica, ha deliberato di bandire la gara per la realizzazione del primo dissalatore di Acquedotto Pugliese. Un’opera strategica che integrerà con acqua di ottima qualità la dotazione potabile. Potremo cominciare a ridurre l’apporto dei pozzi. La differenziazione delle fonti per noi è fondamentale e questa infrastruttura, di altissima rilevanza strategica, è il primo passo verso la realizzazione di un’opera che è stata ritenuta talmente strategica per il sistema da essere cofinanziata con il Pnrr. Fondi che impongono rigidi tempi d’impiego e che siamo pronti a rispettare”.