Mafia a Bari, Michele Picaro (FDI), la verità su un’infame menzogna

Mafia a Bari, Michele Picaro (FDI), la verità su un’infame menzogna Sindaco della Città Metropolitana di Bari: “Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari.
Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune.
L’atto – come un meccanismo a orologeria – segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra.
Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: “l’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale.
È un atto gravissimo, che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio (guarda caso) alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita.
È giusto che si sappia che negli scorsi giorni mi è stato richiesto di raccogliere tutte le attività svolte dal Comune di Bari contro la criminalità organizzata.
Bene, è stato consegnato al Prefetto alle 12.00 di ieri, un voluminoso dossier, composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine, contenente le attività svolte dal Comune contro la criminalità organizzata in questi anni.
È evidente, vista la rapidità con cui è giunta la notizia della nomina della Commissione, che nessuno si è curato di leggere quelle carte. Ha avuto dunque più valore la pressione politica del centrodestra barese che fatti, denunce, documenti, testimonianze. Si tratta di una vicenda vergognosa e gravissima, che va contro la città, contro i cittadini perbene, contro il sindaco.
A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città. Fosse l’ultimo atto della mia esperienza politica. Non starò zitto.
Non assisterò in silenzio a questa operazione di inversione della verità e di distruzione della reputazione di una amministrazione sana e di una intera città.
P.S.: se gli uffici del Ministero non hanno ritenuto di leggere le carte che ho consegnato, le farò leggere ai cittadini. E come ho sempre fatto, lascerò che siano loro a giudicare”.
È pur vero che la sinistra adopera termini, per indicare tutto ed il contrario di tutto, ma questo uso improprio e volutamente scorretto delle parole è diventato ormai intollerabile, ove si consideri che soprattutto oggi, con la crisi pietosa in cui è caduta la politica, non c’è più spazio per certi equivoci. Perché la mistificazione, l’uso improprio o scorretto delle parole, il tentativo di creare confusione, e la consapevolezza di tutto ciò, sono espressione di una incapacità di sostenere un confronto sincero e leale, di paura di essere sconfitti proprio sul piano delle idee e dei valori.
È partendo da questa premessa che si sviluppa la tesi di Michele Picaro, Consigliere regionale di FDI, il quale dichiara: “È veramente sconcertante leggere le dichiarazioni del Sindaco Decaro, che, invece, di dichiarare guerra alla mafia, cosa fa? Si lascia andare al solito vittimismo arrivando persino a mistificare la realtà giudiziaria.
Quella realtà che rifiuta di affrontare in Consiglio comunale, non sottoscrivendo insieme alla sua maggioranza la richiesta di una seduta monotematica e in Commissione regionale antimafia, dove i suoi compagni di partito, ritengono che rispetto alla mia richiesta non ci sia nulla da discutere.
Insomma, un continuo girare la testa dall’altra parte, come avvenuto per AMTAB che, messa in amministrazione giudiziaria, per il procuratore aggiunto Giannella fungeva da ‘modello di quasi welfare’ in cui le assunzioni erano sotto il controllo e la direzione del clan Parisi.
Se in 15 anni di governo della città il Sindaco Decaro non ha visto, non ha sentito e non ha parlato, il Prefetto di Bari non poteva fare altrettanto. Ritenere che la richiesta di accesso ispettivo sia un atto politico è di una gravità inaudita che mina i più elementari principi di rispetto delle istituzioni. Se è cos? certo della sua integrità, di cosa si duole? Perché non menziona mai il sistema che si era creato in AMTAB rispetto alla quale deteneva le deleghe senza esercitare il relativo controllo?”.
Perché i baresi ed i pugliesi hanno bisogno di vedere pulizia, di vedere gente trasparente, di vedere gente che non offende la propria città.