La Statale 100 continua a mietere vittime. Tre giovani vite spezzate questo pomeriggio.

Tre morti, tre giovani vite spezzate, le ennesime, sulla strada Statale 100, a causa di uno scontro frontale fra una Peugeot, a bordo della quale viaggiavano tutte e tre le vittime (un ragazzo di 31 anni e due ragazze di 26 e 23 anni), ed una Bmw, sulla quale viaggiava invece una famiglia di tre persone, rimaste ferite.
L’incidente è avvenuto all’altezza di Mottola, su un tratto stradale sede di infiniti sinistri, l’ultimo dei quali, in novembre, era costato la vita a quattro persone, di cui tre militari.
A causa dell’incidente il traffico è deviato in entrambi i sensi di marcia: quello in direzione Bari all’altezza di “San Basilio”, quello in direzione di Taranto all’altezza dell’uscita per Noci e Mottola.
Fra le reazioni a caldo, quella di Vanni Caragnano, presidente dell’associazione “Strade Sicure”: «Avevamo avvisato tutti, dal Comune di Mottola fino al ministero delle Infrastrutture e i Trasporti già da tempi non sospetti: nella malaugurata ipotesi che si fosse verificato un altro incidente grave, avremmo presentato il nostro dossier in forma di esposto alla Procura della Repubblica di Taranto». «Se non agisce la politica e gli enti competenti, agirà sicuramente – continua Caragnano – la magistratura laddove ravvederà la necessità di intervenire contro chi fino ad oggi ha avuto pieni poteri di muoversi e non l’ha fatto».
Ora si susseguiranno nuove polemiche, si chiederà l’intervento del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, i vari politici faranno ulteriori solleciti ad Anas il dato inoppugnabile è che il dazio di sangue che la Statale 100 continua a richiedere alla comunità è frutto innanzitutto della sciatteria con la quale è stata progettata: le due città più popolose della Puglia sono unite da un’arteria stradale che, fra Mottola e Massafra, in un tratto peraltro in forte pendenza, è privo di doppia carreggiata.
Nel 2024 si progettano opere come il ponte sullo Stretto ma grandi pezzi dell’Italia meridionale sono ancora collegati da vie, stradali e ferroviarie, che risultavano arretrate già nel secolo scorso. Tutte queste morti, per quanto la dinamica di questo incidente debba essere ancora indagata a fondo, sono destinati a lasciare un segno a futura memoria sulle responsabilità di tantissimi amministratori e tecnici che si sono succeduti alla guida delle varie amministrazioni, della loro incapacità, non vogliamo dire della loro non curanza, nell’affrontare il problema per tempo.