Pumo, il decoro simbolo di Puglia: origini e caratteristiche

Fateci caso: nei principali borghi pugliesi, soprattutto quelli del Nord barese e del Salento, sui balconi spesso potete trovare a far bella mostra di sé il c.d.“pumo”. Si tratta di una decorazione in ceramica tradizionale della città di Grottaglie (Ta) e della zona del Tarantino, che si è estesa poi in tutta la regione.
Proprio per il fatto che è così diffuso in varie zone della Puglia, molti lo ritengono un vero e proprio simbolo della nostra regione, inizialmente appannaggio soltanto della classe nobiliare.
Pare che sia un portafortuna, per questo lo si posiziona sui balconi o finestre delle abitazioni. Inoltre è un elemento decorativo che abbellisce ulteriormente la facciata degli edifici storici.
Secondo la tradizione, però, il pumo non deve essere acquistato, ma deve essere regalato o ricevuto in dono per espletare la sua funzione di buon auspicio. Avere un oggetto di questo tipo in casa è foriero di nuove iniziative e progetti proficui, ma anche di fecondità.
Le origini del tipico decoro pugliese
Il termine “pomo” deriva dal latino “ponum” (che significa “frutto”), e si ricollega al culto della Dea Pomona, che anticamente proteggeva tutti i frutti che vengono prodotti in natura. La forma del pumo ricorda quello di un bocciolo che sta per schiudersi, ed è solitamente a 4 o 6 foglie di acanto. Altrettanto diffuso è il pumo dalla forma a pigna.
Pumo, prodotto artigianale
L’artigianato in Puglia rappresenta una forma di economia da preservare e tutelare. Per questo il pumo è un prodotto unico e originale che viene realizzato in tali forme solo in Puglia. All’estero hanno provato a riprodurlo in fabbrica, ma non è la stessa cosa.
Acquistare un manufatto da chi lo ha realizzato è un gesto che esprime un grande amore per il territorio e le sue tradizioni. Ogni oggetto artigianale, insomma, è capace di raccontare una storia a chi lo acquista e decide di tenerlo con sé.