Pesca in Puglia: tra sostenibilità e nuove normative UE

Pesca in Puglia: quando la sostenibilità incontra le sfide normative. Nel bel mezzo del mare di normative che affollano le acque dell’Unione Europea, la flotta peschereccia pugliese naviga in acque agitate. Con quasi 500 battelli pronti a “naufragare” sotto il peso di nuove direttive che suonano più come capricci green che pragmatiche soluzioni per la salvaguardia dei nostri mari, il settore della pesca affronta una tempesta perfetta.
In una mossa che potrebbe essere confusa con una puntata di “black mirror“, l‘UE ha deciso che i pescherecci dovranno essere equipaggiati con sistemi di monitoraggio a distanza, inclusi occhi elettronici che tutto vedono, meglio noti come telecamere a circuito chiuso. L’obiettivo? Una pesca più sostenibile. L’effetto collaterale? Una pesca più costosa e, forse, meno libera.
Ma non è tutto. Il divieto della pesca a strascico e le restrizioni delle aree di pesca minacciano di ridurre del 30% le aree tradizionalmente adibite alla pesca, una mossa che potrebbe lasciare un segno indelebile sull’economia regionale, sull’occupazione e, non da ultimo, sulle nostre tavole. Sì, perché l’ironia vuole che, mentre lottiamo per proteggere i nostri mari, quasi l’80% del pesce che finisce nei nostri piatti è importato, spesso mascherato da prodotto locale senza le dovute garanzie di sicurezza.
Pesca in Puglia: un patrimonio da difendere. E mentre le imbarcazioni pugliesi cercano di navigare queste acque normative, la Coldiretti non manca di sottolineare l’importanza di verificare l’origine del pesce che acquistiamo, prediligendo quelle aree di pesca note per la loro qualità e sostenibilità.

In un mondo dove il pesce da laboratorio comincia a bussare alle porte dei nostri mercati, con proposte di salmone atlantico e trota iridea coltivati in provetta, la questione non è più solo ambientale ma anche culturale. La pesca in Puglia, con le sue tradizioni e la sua economia, si trova al centro di una sfida che è tanto globale quanto profondamente locale.
La sostenibilità è certamente l’orizzonte verso cui dobbiamo tendere, ma non a costo di affondare una tradizione secolare e l’economia di una regione che ha sempre vissuto in simbiosi con il mare. Forse è il momento di calibrare meglio le nostre reti e di trovare un equilibrio tra la tutela dei mari e la salvaguardia delle nostre comunità.