A Bari aumentano i furti di necessità, furti di cibo nei supermercati per fame

A Bari aumentano i furti di necessità, furti di cibo nei supermercati per fame C’è chi lo fa per fame, perché ha perso il lavoro o non riesce a trovarne uno. Chi per colpa di un caro prezzi causato da un’inflazione che ha colpito pesantemente il carrello della spesa mettendo a rischio alimentare sempre più famiglie.
Ma c’è anche chi lo fa per mestiere, bande ben organizzate che alimentano un business dagli affari d’oro. Salumi, parmigiano, pasta. Ma anche lamette da barba e scatolame, profumi, olio e cioccolato. Vino, birra e superalcolici di valore.
Negli ultimi anni le differenze inventariali nei supermercati hanno raggiunto quote enormi, fino a raggiungere i 3,48 miliardi di euro del 2023, pari all’1,41% del fatturato annuo.
Vino e altri alcolici, salumi, formaggi, tonno in scatola e caffè sono i prodotti che nell’ordine spariscono maggiormente dagli scaffali di supermercati, ipermercati e discount.
Se i ladri seriali non si limitano ad asportare pane e prosciutto, l’esercito degli “altri” si accontenta di una “spesa” di pochi euro imboscando beni di primissima necessità.
Nei supermercati di Bari si ruba sempre più spesso e di tutto. Anziani, disoccupati, giovani che per mangiare si trasformano in Arseni Lupin improvvisati che, tentano il colpo per sfamarsi.
E’ quanto successo a Bari, un anziano signore ha rubato per pochi spiccioli, provando a portare via merce per una modica cifra, pari a 5 euro e 37 centesimi.
Ha sottratto dal supermercato un vasetto di sugo preparato, due scatolette di tonno e una busta di tortellini, nascondendoli nelle tasche del suo cappotto, salvo essere scoperto.
Spesso in cassa ci sono persone che non hanno letteralmente i soldi per pagare il pane. Cercano di nascondere la roba, poca per la verità, in modo abbastanza goffo.
Il «taccheggiatore» è stato segnalato alle forze di polizia, ma la situazione è stata sanata e la denuncia ritirata, grazie alla colletta tra i clienti che in quel momento stavano facendo la fila alle casse.
Non può essere definito civile un territorio dove ci sono persone che non hanno il minimo sostentamento per soddisfare i bisogni primari.
Ormai il fenomeno non riguarda più solo gli extracomunitari ma, tante famiglie che a volte non si espongono per un elevato senso di dignità e orgoglio.
Si auspica che chi vive nell’abbondanza, nel lusso e nelle comodità più assolute, possa ascoltare la propria coscienza e agire di conseguenza perché come dice il Vangelo: “C’è più nel dare che nel ricevere”.