Sentenza storica, Ministero della Difesa condannato per la morte di ex militare

Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza storica condannando il Ministero della Difesa per la morte di Aldo Martina, avvenuta nel maggio 2019 a causa di mesotelioma pleurico, una malattia legata all’esposizione all’amianto. La sentenza impone al Ministero di versare una speciale compensazione di 200.000 euro agli eredi di Martina e riconosce il Ministero dell’Interno come “vittima del dovere” nel caso.
Aldo Martina, un ex-militare, è venuto a contatto con l’amianto durante il servizio militare svolto presso il COMOS di Brindisi (Comando Gruppo Motosiluranti) nel periodo dal 1964 al 1965, e successivamente presso l’Arsenale Militare Marittimo della Spezia. Il signor Martina, sottocapo radiotelegrafista, ha trascorso molti anni in un ambiente lavorativo privo di adeguate misure di sicurezza, manipolando materiali contenenti amianto senza la protezione necessaria.
La perizia del consulente tecnico d’ufficio ha confermato che Aldo Martina è stato costantemente esposto all’amianto nell’ambiente di lavoro, proveniente da varie fonti come apparecchiature di sala macchine, tubolature, cavi e trattamenti coibentanti delle imbarcazioni. Anche le vernici utilizzate a bordo contenevano amianto, aggravando ulteriormente il suo rischio di esposizione.
Martina ha iniziato a manifestare problemi respiratori nel 2018, e solo dopo la diagnosi di mesotelioma, una malattia rara ma letale, la famiglia ha intrapreso azioni legali contro il Ministero della Difesa. Nonostante le prove schiaccianti, il Ministero aveva inizialmente respinto le richieste di risarcimento, sostenendo che l’esposizione all’amianto fosse avvenuta dopo il congedo del signor Martina. È stata solo grazie all’azione legale dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che la famiglia ha ottenuto giustizia.
Questa sentenza solleva una questione più ampia riguardo all’uso dell’amianto nella Marina Militare. Il rapporto INAIL ReNaM del 2018 ha confermato la presenza di questo minerale nei cantieri navali, sulle navi e in tutti gli ambienti della Marina Militare. Questo problema, che risale agli anni ’60, ha già causato più di 2000 casi di mesotelioma tra i lavoratori del settore marittimo e della difesa militare.
L’esposizione all’amianto è stata definita una “strage invisibile”, poiché molte delle vittime non si accorgono dei rischi fino a quando non è troppo tardi. La sentenza odierna è un passo significativo verso la responsabilizzazione delle istituzioni per la sicurezza e la salute dei propri dipendenti, e per la giustizia per coloro che hanno sofferto a causa di politiche di lavoro pericolose e negligenti.
È ora essenziale che vengano adottate misure rigorose per proteggere i lavoratori dalla nocività dell’amianto e che si fornisca adeguata assistenza e sostegno alle vittime e alle loro famiglie. La sicurezza sul posto di lavoro non dovrebbe essere compromessa per nessuno, soprattutto non dai doveri militari.