In provincia di Brindisi ci si interroga sulle problematiche legate alla sicurezza stradale

Dopo gli ultimi tragici sinistri stradali accaduti in provincia di Brindisi, ci si torna a interrogare sulle cause e sulle possibili soluzioni da adottare per prevenirli. Le strade sono quelle che sono, la manutenzione non riesce a stare al passo con le problematiche sempre nuovo che insorgono ma, più di ogni altro fattore, a fare la differenza sono le azioni di chi guida.
Sulla questione è intervenuto Michele Lariccia, consigliere provinciale con delega alla viabilità per la zona sud della Provincia, quella in cui sono accaduti i due sinistri mortali lo scorso fine-settimana (fra Sandonaci e Cellino e nei pressi di Mesagne): “Per quelle che sono le risorse stiamo portando avanti una serie di interventi. Penso ad esempio a quelli sulla San Pietro Vernotico-Mesagne o sulla Brindisi-Tuturano. Stiamo attenti a quelle che possono essere le segnalazioni per buche o presenza di tratti poco illuminati”.
E’ senz’altro vero che negli ultimi anni sono ripresi i lavori di rifacimento del manto stradale su diverse provinciali, ma di sera le strade sono tutte non illuminate, ad eccezione di qualche rotonda dove i pali dell’illuminazione funzionino. Non è il caso però dei tantissimi tratti nei quali l’illuminazione dovrebbe essere garantita dai pannelli solari posti sulla sommità dei pali della luce, che rappresentano un vero e proprio fiasco nel sistema di illuminazione. Basti citare il caso della circonvallazione di San Pietro Vernotico o di quelli posti sulla provinciale fra Mesagne e Latiano. Essi finiscono allo stato attuale col rappresentare solo un pericolo, come ostacoli fissi posti sul ciglio delle strade.
Walter Gabellone è invece presidente dell’associazione salentina “Alla conquista della vita”, una realtà che riunisce i familiari di persone decedute in incidenti stradali. A suo parere le istituzioni possono e debbono fare di più per la sicurezza, assicurando una migliore illuminazione (ma questo, come abbiamo detto, è un problema di difficile risoluzione…) oppure smussando le curve insidiose per renderle percorribili in maggiore sicurezza. E’ questa è senz’altro un suggerimento molto valido: le nostre strade sono spesso estremamente sinuose, viuzze tracciate tanto tempo fa in mezzo ai campi o con a lato muretti a secco o alberi, prive del tutto di carreggiata di emergenza, che servirebbe tantissimo alla sicurezza di chi le percorre in bicicletta, e di guard rail di contenimento.
Ma anche chi si trova alla guida dell’automobile deve porre la massima attenzione, non utilizzando il telefono per chattare o per altre finalità diverse da quella di parlare col vivavoce e con gli auricolari. Il tasto dolente per noi è sempre quello della condotta individuale: il bravo automobilista sa adattare lo stile di guida, e la velocità, alle condizioni della strada, non quello che fa correre oltremodo il proprio veicolo. Il margine di errore sulle nostre strade è infatti nullo, esse non hanno nulla a che spartire con le piste di F1, dove ci sono amplissime vie di fuga e protezioni tese ad ammortizzare i fuoripista.
L’Associazione guidata da Gabellone è molto attiva, meritoriamente, in attività di sensibilizzazione sui rischi della strada nelle scuole. C’è tuttavia un mix di incoscienza irriducibile e di fatalità che temiamo continuerà a sfuggire rispetto a tutte le campagne di sicurezza possibili.