A Brindisi la (salata) proposta di aggiornamento del piano tariffario parcheggi

La Brindisi Multi Servizi, la società che si occupa per il Comune, fra le altre cose, della gestione del piano tariffario e della riscossione dei tributi per i parcheggi in tutte le strade della città contrassegnate dalle strisce blu, ha presentato un piano di rientro dalle perdite, a firma dell’amministratore unico Gianvito Morelli, che prevede fortissimi rialzi del piano tariffario. La giustificazione portata per l’aumento delle tariffe viene fornita anche da un confronto con le altre realtà pugliesi: a Lecce, ad esempio, il costo dell’abbonamento per l’intera giornata parte da un minimo di 40 euro mensili, mentre a Brindisi raggiunge solo le 220 euro annuali.
Il piano dovrà essere sottoposto alla valutazione, ed alla eventuale approvazione, del Consiglio comunale, motivo per il quale i rappresentanti della Giunta non si sbottonano ancora e si trincerano dietro dichiarazioni molto caute, come l’assessore alla Mobilità, nonché vicesindaco, Massimiliano Oggiano, che afferma: “Stiamo valutando alcune cose, quindi per il momento non posso dire nulla al riguardo”, all’assessore al Bilancio, Livia Antonucci, che afferma: “Non abbiamo deliberato alcuna nulla come giunta”.
Fatto è che il polverone, alla notizia della pubblicazione del piano contro il dissesto economico, si era già levato. C’è chi, come il consigliere comunale del PD Francesco Cannalire, fa notare come sia tratti sostanzialmente di un piano che si appoggia su di una scommessa, quella che gli incassi ripaghino il disavanzo, ma senza fare i conti con il proverbiale oste: quante persone potranno farsi carico del sovrapprezzo richiesto per ottenere l’abbonamento per il parcheggio, che prima ottenevano con la metà della spesa? Michele Piccirillo, presidente di Confesercenti, rileva invece come tali elevati balzelli finiscano col fornire un assist ulteriore agli affari dei centri commerciali, dove il parcheggio è gratuito, mentre i commercianti del centro cittadino verranno severamente, e ingiustamente, penalizzati.
Vediamo ora il piano più nel dettaglio:
il centro storico viene diviso sostanzialmente in tre fasce di differente pregio, contrassegnate dai colori rosso, arancione e blu. Nella zona rossa, la più esosa, si passerebbe da un euro a un euro e 50 per la prima ora e da un euro e 50 a 2 euro e 50 per le ore successive alla prima. Aumenti anche per le altre due fasce.
Fuori dal centro si passerebbe da 50 centesimi a un euro all’ora. Per quanto riguarda gli abbonamenti, validi senza limitazione di orario, si passerebbe da 220 a 500 euro per l’annuale, e da 110 a 250 euro per il semestrale. Il pass per i residenti vedrebbe invece rialzi del 500%, passando dai 60 ai 300 euro annui.
Da questi dati, si evince l’evidente aggravio del piano, che certamente potrà essere oggetto ancora di valutazione ed eventuali modifiche da parte del Consiglio, ma che intanto delinea all’orizzonte una sorpresa assai poco gradita per le tasche degli automobilisti e dei residenti. Sarà forse il caso di far valere, ancora di più, l’immarcescibile principio che dovrebbe guidare gli automobilisti alle prese con il problema parcheggi, tanto più se a pagamento, nei centri cittadini: piuttosto che pagare un pedaggio, in cambio di servizi spesso non apprezzabili, meglio sobbarcarsi una bella camminata, anche lunga, trovando il parcheggio dove si può, purché senza pagare. Fa bene alla salute e ci preserva dall’acidità che ci crea la contesa, sempre più salata, per un posto libero su striscia blu.