Trenta Ore per la Vita Agebeo è realtà, inaugurato il Villaggio dell’accoglienza pediatrica

Trenta Ore per la Vita è realtà, inaugurato il Villaggio dell’accoglienza pediatrica Una bella pagina di civiltà è stata scritta stamattina all’inaugurazione del “Villaggio Trenta ore per la vita Agebeo”, struttura destinata all’accoglienza dei piccoli pazienti oncologici e delle loro famiglie. Il Villaggio è stato realizzato su un terreno di proprietà comunale confiscato alle mafie e concesso nel 2016 dal Comune di Bari all’associazione A.Ge.B.E.O. e amici di Vincenzo onlus per il suo progetto di accoglienza. Un cammino che si è cibato di interlocuzioni e di un’intensa attività di fund raising, per un totale di 500mila euro.
Sono stati questi gli ingredienti principali della cerimonia d’inaugurazione del Centro d’accoglienza “Villaggio Trenta ore per la vita Agebeo”.
L’inaugurazione è stata presieduta dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, da Lorella Cuccarini (madrina di Trenta ore per la vita), dal presidente di Agebeo, Michele Farina e dagli assessori comunali al Patrimonio, Vito Lacoppola, ai Lavori pubblici, Nicola Mele, entusiasti per la riuscita.


Il progetto del Villaggio nasce da una collaborazione tra il Comune di Bari e l’associazione di volontariato A.Ge.B.E.O. & Amici di Vincenzo onlus, fondata a Bari, nel 1990, da un gruppo di genitori che hanno vissuto con i propri figli la dolorosa esperienza della lotta contro la leucemia e il tumore infantile.
L’associazione, già affidataria nel 2007 di un appartamento confiscato alle mafie, in via Tommaso Fiore, è diventata progressivamente un punto di riferimento per l’accoglienza dei familiari dei piccoli pazienti oncologici a Bari, provenienti dal territorio regionale o da altre regioni di Italia.
Dieci moduli di 50 metri quadri ciascuna, otto delle quali destinati ad abitazione e due all’amministrazione e riabilitazione psicologica. Ogni casetta, per un massimo di quattro persone, è dotata di camera da letto, zona adibita a soggiorno, pranzo e cucina e bagno con doccia. Ciascuna unità abitativa, è dotata di camera da letto, zona soggiorno/pranzo/cucina e bagno con doccia e può ospitare fino a quattro persone.
Sono stati installati impianti alimentati da fonti rinnovabili per la produzione di acqua calda e per il riscaldamento. La struttura ha una palestra per le attività motorie dei piccoli degenti.

Il Villaggio nasce nel triangolo che ospita il Policlinico, l’ospedale Giovanni Paolo II (ex Cotugno) e le cliniche private Anthea e La Madonnina.
L’intervento di completamento del villaggio è stato possibile grazie alla scelta del Comune di Bari, in qualità di proprietario del suolo, di partecipare all’avviso regionale sul riutilizzo dei beni confiscati, a valere su risorse del POR Puglia 2014-2020, per un importo pari a 1 milione di euro, nell’ambito dell’avviso “Dal Bene confiscato al Bene riutilizzato e strategie di comunità per uno sviluppo responsabile e sostenibile”.
Sindaco Antonio Decaro: “Michele Farina insieme ai volontari di Agebeo è l’esempio di chi non si arrende alle difficoltà e alle lungaggini della burocrazia per portare avanti un progetto solidale a beneficio di una grande comunità, che va oltre i confini regionali ed è la comunità di tutte le famiglie alle prese con le difficoltà, le ansie e il dolore legate alla malattia di un figlio. Questo Villaggio è l’esempio plastico delle politiche amministrative realizzate in continuità in questi venti anni, in cui tutti abbiamo scelto di impegnarci a portare a termine questo progetto, avviato durante le amministrazioni precedenti e completato oggi, improntato alla restituzione alla comunità dei beni confiscati alle mafie per finalità sociali e solidali. A Michele Farina va il nostro ringraziamento per essere stato pungolo, braccia e cuore di quest’opera sapendo che quella di oggi è solo la prima, straordinaria, tappa di un lungo percorso”.
La promessa di alleviare le difficoltà e i disagi quotidiani dei genitori dei pazienti della pediatria oncoematologica, è stata mantenuta.
I risultati raggiunti dimostrano che quando le istituzioni e la società civile si muovono con lo stesso passo, è possibile liberarsi dall’opprimente presenza della criminalità e restituire ai cittadini quei beni che illegittimamente sono stati sottratti alla collettività.

Mediante il riuso dei beni confiscati, è stato possibile sviluppare una sana occupazione e servizi sul territorio, soprattutto rappresentano un moltiplicatore di fiducia per i cittadini.
Il compito delle istituzioni e della società civile, è quello di evitare il depauperamento delle ricchezze sottratte alla mafia.
Le Istituzioni con le Associazioni continueranno a sostenere questi processi e progetti importanti di crescita e di gestione oculata sul fronte dell’ospitalità pubblica sanitaria per il Mezzogiorno e l’intero territorio nazionale.