Decesso per complicanze dovute ad intervento di chirurgia bariatrica: la Procura brindisina apre un’inchiesta

La Procura di Brindisi ha aperto un’inchiesta volta a chiarire le cause della morte di Armando Calizzi, un brindisino di 49 anni, avvenuta la notte di sabato presso l’ospedale “Perrino”, a seguito di complicanze derivanti dall’intervento di chirurgia bariatrica al quale Calizzi si era sottoposto a Bergamo, nel mese di gennaio. Tornato nella sua città natale, il commercialista aveva anche ripreso a lavorare ma egli ha dovuto far fronte all’insorgere di alcune complicanze che lo hanno portato a chiedere l’assistenza dei sanitari del nosocomio locale.
Qui Calizzi veniva sottoposto a due interventi ravvicinati, il secondo dei quali particolarmente complicato, con l’asportazione dello stomaco, che purtroppo non gli sono valsi la sopravvivenza. L’indagine della Procura brindisina, alla quale si sono rivolti i familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Alessandro Gueli, al momento per omicidio colposo, sarà rivolta ad appurare le eventuali responsabilità dei medici che lo hanno preso in carico sia a Bergamo sia a Brindisi, ed avrà a disposizione, ovviamente, glie siti dell’esame autoptico.
Il professionista aveva raggiunto il capoluogo bergamasco per sottoporsi ad un intervento volto ad aiutare le persone con problemi di obesità a dimagrire. La chirurgia bariatrica è infatti un intervento che prevede di intervenire sull’intestino, con tecniche di resezione delle sue parti o, in alternativa, di sua estromissione dal processo digestivo. Non cambia l’obiettivo che esso si prefigge, in entrambi i casi volto a provocare il dimagrimento grazie ad un’aumentata e costante sensazione di sazietà nel paziente. Una soluzione di emergenza, in soggetti che hanno problematiche di eccessiva assimilazione dei grassi ingeriti, rispetto alla quale il Calizzi, che lascia una famiglia composta dalla moglie e da due figlie, pare si fosse predisposto convintamente.