Crisi dell’ex ILVA di Taranto: gli ultimi aggiornamenti.

In merito alla drammatica crisi occupazionale che coinvolge le imprese dell’indotta dell’ex ILVA di Taranto, in virtù dei mancati pagamenti da parte di Arcelor Mittal, da registrarsi oggi un’assemblea di Aigi, l’Associazione che riunisce l’80% delle aziende dell’indotto del colosso siderurgico. La linea passata è quella di tenere la barra dritta, mantenendo, anche simbolicamente, il presidio di protesta posto dinnanzi alla portineria C dell’impianto.
Pur in presenza di qualche spiraglio nella trattativa fra Invitalia e la compagnia franco-indiana, le aziende dell’indotto attendono di avere notizie concrete sul piano di rilancio delle Acciaierie, così da avere certezze sulle prospettive occupazionali, in un piano che tenga assieme produzione ed ambientalizzazione. Si è arrivati all’assemblea di quest’oggi sulla scia della presa di posizione da parte di Michele Emiliano, il quale aveva comunicato al Primo ministro Giorgia Meloni la disponibilità della Regione Puglia a coprire, con i fondi a propria disposizione, i crediti che le aziende dell’indotto debbono ancora riscuotere, piuttosto che vederle fallire, questo in sintesi il concetto espresso da Emiliano.
Si tratterebbe di ottenere, da parte del Governo, una deroga alla disciplina degli aiuti di Stato all’utilizzo dell’avanzo derivante dal risultato di amministrazione della Regione Puglia. Le posizioni di Emiliano sono in questa circostanza di buon senso, perché sarebbe veramente degno di reato veder naufragare una realtà che consta di tante migliaia di posti di lavoro in un’azienda con partecipazione dello Stato. Essa configurerebbe, infatti, il solito, tragicomico, tafazzismo dell’Unione Europea. Rispetto alla proposta di Emiliano si mostra tiepido tuttavia il presidente di Aigi, Fabio Greco, per il quale essendo complicata la via dei pagamenti diretti, meglio sarebbe la possibilità di usufruire di un credito d’imposta a favore delle aziende dell’indotto.
Il Ministro delle Imprese Adolfo Urso, infine, ricordando come il confronto per un pieno rilancio della siderurgia tarantina, nel rispetto delle normative ambientali, sia il solo ed unico obiettivo in nome del quale procede il confronto fra la compagnia straniera, azionista di maggioranza, e lo Stato, ha ricordato come la strada per “l’amministrazione straordinaria è stata aperta. Ove non ci fossero nel frattempo altre soluzioni, per le garanzie sul rilancio industriale ed occupazionale, dopo aver messo in salvaguardia i crediti delle imprese (aspetto sul quale sono giunte ad Aigi nuove rassicurazioni, n.d.r.) procederemo nella direzione del commissariamento”.