Avvelenatissimo il clima politico a Brindisi a seguito del corteo CGIL a tutela del Centro anti violenza “Crisalide”
A Brindisi è feroce il clima di contrapposizione attorno alla questione del ridimensionamento del Cav, il Centro antiviolenza Crisalide, che la cooperativa Solidarietà e Rinnovamento gestisce fin dalla sua nascita, avvenuta nel lontano 1999, quando fu il primo centro di supporto alle donne vittime di violenza e ai minori abbandonati. Alla protesta per il minore finanziamento garantito da parte dell’Ambito sociale di zona, che comprende oltre a Brindisi il Comune di San Vito dei Normanni, si è aggiunta, fragorosa, quella contro un saluto di sfida, provocatorio, che il vice sindaco di Brindisi, Massimiliano Oggiano, ha rivolto ad una nutrita delegazione dei manifestanti, entrata nella sala in cui lo stesso stava tenendo una conferenza stampa per affrontare la tematica dei servizi sociali, compresa quella del Centro Crisalide. Ma andiamo con ordine.
Il corteo di protesta, organizzato dalla CGIL, poneva al centro la mancata proroga della convenzione con il Cav, l’ultima delle quali è scaduta lo scorso 31 gennaio. Dal primo febbraio è entrata in vigore una nuova gestione complessiva dei servizi di assistenza alle donne vittime di maltrattamenti e dei minori provenienti da famiglie con un vissuto di violenza, sviluppato con la partecipazione dell’ASL di Brindisi, il finanziamento previsto per il Cav “Crisalide” si riduce a soli 40 mila euro annui, insufficienti a far fronte alle spese che il servizio richiede nonché alla retribuzione prevista dalla 4 figure che un Centro con queste finalità deve per forza avere per funzionare: assistente sociale, educatore, psicologo e legale.
Tuttavia il Crisalide funzionava grazie all’esperienza ed alla cooperazione di 8 figure professionali, motivo per il quale si pone un problema anche occupazionale, oltre che di perdita dei saperi esperenziali maturati in tanti anni in un settore tanto delicato. Da qui le ripetute ed accorate richieste, nel corso del corteo, nei confronti del Comune, a farsi carico della problematica, conditi dalle testimonianze di donne che nel Centro hanno trovato supporto al loro dramma.
Giunto, al termine del percorso, davanti alla sede del Comune, una delegazione chiedeva di incontrare il sindaco Giuseppe Marchionna, il quale non era tuttavia presente. Si teneva però, nelle aule comunali, una conferenza stampa organizzata dal suo vice, M.Oggiano, il quale l’aveva organizzata e quasi improvvisata per mettere, come si dice, i puntini sulle i: non si capacitava, il vice sindaco, della manifestazione, avendo il Comune incontrato appena pochi giorni fa, in un clima che ha definito di reciproca collaborazione, i rappresentanti della cooperativa, e che ci si era aggiornati alla giornata del 7 febbraio per una cabina di regia che avrebbe visto partecipare anche il dipartimento Welfare della Regione. Pur comprendendo l’emergenza legata alla perdita di professionalità dal ridimensionamento del finanziamento a disposizione, Oggiano faceva anche notare che, grazie alla convenzione con altre due realtà del mondo cooperativistico (Io Donna e Aporti), che gestiscono su Brindisi altri due centri anti violenza, nessuna donna si troverà nelle condizione di non poter essere aiutata.
A quel punto, però, entrava in sala la delegazione del corteo di protesta, desiderosa di ascoltare le ragioni del vice sindaco. Oggiano interrompeva bruscamente la conferenza stampa e si allontanava dalla sala, lanciando un bacio di saluto alle manifestanti, che a tanti è sembrato un gesto di indifferenza nei confronti delle loro ragioni. La polemica è allora deflagrata rumorosa, coinvolgendo anche le parti politiche, con l’opposizione indignata a chiedere al sindaco di prendere le più risolute distanze dall’iniziativa plateale del suo vice.