Intervista al pianista Renzo Anzovino, indiscusso talento di fama internazionale

Intervista al pianista Renzo Anzovino, indiscusso talento di fama internazionale E’ dovere degli uomini ricordare ancora di più in un periodo come quello attuale, nel quale l’antisemitismo sembra riemergere prepotentemente, perpetuare la memoria di una delle più grandi atrocità di cui l’umanità si è resa capace, affinchè le atrocità non si ripetano mai più, auspicando un percorso di pace e di reciproco riconoscimento tra popoli e Stati in Medio Oriente.
Il pianista e compositore Remo Anzovino ha proposto al suo pubblico un concerto dal titolo “Appunti di un viaggiatore”, proponendo un viaggio musicale che nasce proprio dalla necessità di “non dimenticare di volare”.

- Chi è il Maestro Renzo Anzovino?
Remo Anzovino è un compositore e pianista contemporaneo. Nasce a Pordenone nel 1976 da genitori napoletani, scrive musica da quando aveva 11 anni. Ha pubblicato 18 dischi tra album di studio e colonne sonore, ed è autore della celebre 9 ottobre 1963 (Suite for Vajont), scelta dalla Fondazione Vajont quale musica ufficiale in ricordo delle vittime.
Nel 2020 l’Unesco ha scelto le sue musiche (Igloo e Tempo Tempesta) per la campagna NoiSiamoOceano. Sensibile alle tematiche sociali e umanitarie, nel 2023 la sua colonna sonora accompagna le immagini del documentario “Respiro di Inverno”, realizzato dalla Croce Rossa Italiana per il primo anno della guerra in Ucraina; partecipa al concerto in memoria delle vittime del ponte Morandi.
Come compositore ha firmando le colonne sonore di prestigiosi documentari: da “Ritratto di Regina” a “Pasolini Maestro Corsaro”, passando per le colonne sonore dei cinque film realizzati per la serie “La Grande Arte al Cinema” (Vincent Van Gogh, Frida Kahlo, Picasso, Monet e Gauguin) ottenendo il Nastro D’Argento nel 2019 e la pubblicazione di un box set celebrativo intitolato “Art Film Music” uscito in tutto il mondo per Sony Classical.
Ho sviluppato un’intensa carriera concertistica in Italia e in tutto il mondo. “Don’t forget to fly” è il suo sesto album.

- Maestro Anzovino cosa rappresenta per Lei il viaggio?
Viaggiare non è un moto a luogo, ma uno stato dell’animo. Viaggiare per conoscere nuove culture, vedere nuovo mondi, o forse di trovare un punto di riferimento che ci aiuti a conoscere noi stessi e a comprendere le atrocità degli uomini contro altri uomini. I motivi per cui si viaggia, si dipanano lungo il filo delle diverse ragioni. Il viaggiatore durante i suoi viaggi, è costretto a fermarsi e confrontarsi con il corollario di riflessioni che ne conseguono per ricercare la felicità.
- L’uomo nel suo lungo peregrinare, cosa cerca?
Può sembrare assurdo viaggiare e doversi interrogare sulle motivazioni che ci spingono a farlo, si può viaggiare semplicemente per il piacere di farlo oppure perché ogni uomo va alla ricerca della propria. felicità.
Il viaggio, in tutte le sue dimensioni, educa e porta il viaggiatore a una maggiore consapevolezza di sé, del proprio mondo interiore e della realtà circostante, il viaggio è fautore di cambiamento in quanto in grado di mutare la stessa identità del viaggiatore.
- L’Orchestra della Magna Grecia guidata dal Direttore Piero Romano, sta sostenendo il suo tour con grande partecipazione e interesse nei Giorni della Memoria. Quale relazione trova il Maestro Renzo Anzovino tra la vita emotiva “den – tro” e quella della sua musica offerta, che ha i suoi profili emotivi. In altre parole, cosa degli stati emotivi personali può e deve diventare musica?
Il viaggio è un invito a perdersi per ritrovarsi. E’ così che il viaggio assume un’importante valenza educativa, di crescita interiore, favorendo l’inizio di un nuovo cammino verso la piena maturazione e realizzazione del vero sé. In ogni uomo, in fondo, si nasconde il tipo di Ulisse, ciascuno presto o tardi è indotto a ripercorrere una sua personale Odissea – un nòstos o ritorno direbbero gli antichi Greci per fare i conti con se stesso, onde imprimere un salto evolutivo alla propria anima.
Mi piace presentare tra le mille possibilità espressive e stilistiche del pianoforte, la necessità di viaggiare e il bisogno di volare, in cui il bisogno di volare diventa suono e il piano raggiunge la forza di un’orchestra.
- Sicuramente starai vivendo delle esperienze entusiasmanti con esibizioni di altissimo livello in uno dei più importanti Musei Archeologici Nazionali “Domenico Ridola” grazie all’organizzazione e sostegno della prestigiosa Orchestra della Magna Grecia. Tornerai presto qui al Sud?
Mi auguro proprio di si, la gioia è prevalente grazie al mio disco che sta dando tante soddisfazioni, è la terza volta che vengo e sono fiero di esibirmi in questa incantevole città ricca di suggestizioni. Non potevo non accogliere l’invito e rimanere insensibile di fronte al ricordo della terribile tragedia dell’umanità.
Sono convinto che la memoria e la condanna di quell’ignobile eccidio debba far parte del bagaglio umano e culturale di tutti, in particolar modo di quello delle giovani generazioni, un’occasione per ricordare come si è arrivati a quell’orrore, soprattutto in un periodo di grave crisi economica, politica e soprattutto sociale come quella che stiamo attraversando, e che tanto ricorda la “Grande depressione” che spalancò le porte del potere a Hitler.
Durante il periodo dei campi di concentramento e di sterminio nazisti l’arte e la musica in particolare fecero parte integrante della vita e dell’organizzazione di questi orrendi luoghi. L’opinione pubblica troppo poco si è interessata della valenza che ebbero le forme di espressione artistica nei campi di concentramento come mezzo di sopravvivenza per i deportati.
Per questo motivo ho pensato di portare all’attenzione della gente grazie alla musica questo tema, che risulta quanto mai attuale. Questi giorni non rappresentano solo una parata di ricordi, non rappresentano solo le giornate del pianto per l’orrore che fu, ma sono giorni giusti di chi desidera con tutto il cuore costruire un futuro migliore. È “la banalità del male”, un male che non può e non deve essere dimenticato. Il dovere della memoria, dunque, a quasi settant’anni di distanza, per ridare dignità a tutti quegli uomini e quelle donne che hanno attraversato l’inferno dei campi di sterminio.
- Quale messaggio vuole lanciare con il suo disco “Don’t Forget to Fly”?
L’album Don’t Forget To Fly per piano solo racconta, attraverso dodici composizioni, che l’uomo può volare. Per altro quel numero 12 ha una simbologia forte: tanti erano gli Apostoli, tanti sono i mesi e i segni dello zodiaco, 12 sono i semitoni che formano una ottava e altrettante furono le fatiche di Ercole. Il folle volo questa volta è la musica che va oltre al realtà, è un invito a non dimenticarci di volare perché è solo quando le nostre ali si dispiegano che ci avviciniamo al sole fino a sfiorarlo e non ci bruciamo.
Sono ben allineato al pensiero di Gaston Bachelard, secondo il quale non si vola perché si hanno le ali bensì ci si crede ali perché abbiamo volato.
L’umanità deve produrre immagini e non subirle come troppo spesso avviene. E per crearci un nostro immaginario abbiamo bisogno delle ali: “Don’t Forget to Fly” . “Dai tempi di Icaro l’uomo è progettato per volare. A un certo punto ho immaginato un sogno e infatti tutto quello che accade nel disco è un sogno.
Ogni essere umano quando ha un sogno, anche piccolo, ha già iniziato a volare. Penso che un essere umano che non ha un desiderio è un animale sterile e inutile. La musica non deve descrivere la realtà, la conosci già, la musica è volare.
Con Don’t Forget to Fly Remo Anzovino ha infranto tutti i “tabù” e oggi il Sole ha il suo re.
Maestro Piero Romano, Direttore Artistico dell’Orchestra della Magna Grecia: “L’anelito di libertà che trasuda dalle note di Remo Anzovino, rappresenta il modo per onorare, attraverso la musica, il sacrificio di milioni di vittime della guerra, ma soprattutto vuole essere un monito per non commettere gli stessi errori del passato, come purtroppo l’attualità ci racconta. Desidero ringraziare il Museo Ridola per aver condiviso insieme a noi questo intento: fare della musica uno strumento di libertà, di memoria e di fratellanza universale”.
