Mhè! Gianni Ciardo in scena con “Dice Dante”

Mhè! Gianni Ciardo in scena con “Dice Dante” Inizia con straordinario successo di partecipazione l’anteprima della Rassegna Teatrale “Guerrieri in scena 2024”, la rassegna che prevede sei date fino al 19 aprile al Cineteatro comunale Guerrieri , promossa dall’Amministrazione Comunale, e diretta da Angelo Calculli.
Il Teatro Guerrieri, cuore pulsante del centro lucano, stipata di pubblico, ha accolto lo spettacolo dell’esilarante attore barese Gianni Ciardo con “La commedia secondo mhè”, “Participio Presente del Passato”.

Gianni Ciardo un testimonial perfetto di un rutilante mondo della gag estemporanea, un vero mattatore delle scene teatrali che imperversa in lungo e in largo sul palco per una serata di puro divertimento.
Nello spettacolo “La commedia secondo mhè”, attraverso la sua esibizione Gianni Ciardo, fa vivere l’inferno dantesco, tante situazioni e tanti personaggi, perché la sua forza è una capacità di comunicazione che pochissimi hanno. E la risata scaturisce vera e genuina con una forza che insieme ristora e appaga.
Un One man show con uno spirito comico ed una visione delle cose e della vita che non sono mai cambiati o venuti meno, anzi, la sua comicità ha continuato a svilupparsi lungo il corso della serata.

Lo Show affronta e riflette sull’uso della parola, perché la parola è luce: fu decretato che i giorni in cui Gorgia pronunciava le orazioni fossero chiamati «lampades». Solo la parola, difatti, anche se muore nell’attimo in cui nasce, può lasciare vivo il ricordo come la luce.
Gianni Ciardo tramite la continua ricerca del nuovo ma ricordando sempre il passato dal quale non ci si può scollare, attraversa l’inferno dantesco in versione irresistibilmente comica, passando dagli equivoci danteschi al cabaret con gag superlative.
Tutto questo scoppiettante potpourri di sentimenti viene portato in scena da Gianni Ciardo con grande ironia e divertimento o quasi, ma con uno sguardo verso la letteratura.
Ciardo continua a registrare una straordinaria partecipazione di pubblico. Lo spettacolo è un omaggio al Sommo poeta Dante Alighieri a 700 anni dalla sua morte.
L’incontro tra l’artista Ciardo e la Divina Commedia, ha dato vita ad un inedito spettacolo dove l’arte e lo spessore di Gianni Ciardo, si sono fusi al solo fine di rendere questo evento unico nel suo genere, e far si che attraverso una lettura raffinata e comica di un classico come la Divina Commedia, si racconti in maniera comica un grande classico della letteratura per eccellenza.
Questa formula e questa scelta artistica ben precisa, spoglia di tutti gli orpelli questo capolavoro della letteratura, rendendolo assolutamente comico e raffinato senza perdere quella forza e quell’incisività che ne hanno decretato il successo mondiale.
Un grande successo di pubblico e di gradimento alla presenza di una rappresentanza dell’amministrazione comunale e dell’assessore alla Cultura Tiziana D’Oppido, che ha auspicato le future linee evolutive del Teatro Guerrieri e la prossima apertura del Teatro Duni.
Ciardo si è detto emozionato di potersi esibire nella Capitale della Cultura 2019 e terra dello scrittore e poeta Rocco Scotellaro.
Il mattatore barese artista eclettico, non solo attore, cabarettista e regista ma anche pittore e compositore di colonne sonore, durante lo spettacolo “Dante Participio presente del Passato – La Commedia secondo Mhè”, ha inteso dedicare la sua performance con intercalari baresi al suo amato pubblico, soffermandosi maggiormente sull’Inferno dantesco, perché più affascinante.
Un’ora e quindici di godimento in cui il pubblico ha avuto modo di percorrere un cammino insolito e coraggioso verso la “agiografia”, una letteratura alternativa verso temi notissimi della Commedia e di viaggiare fra le righe del surreale, cifra artistica per eccellenza del maestro della comicità pugliese. La rivisitazione dello show-man pugliese si è rivelata irriverente.
Ma la scelta satirica non è casuale. Il divertente monologo ha una premessa divulgativa, allegra e leggera, nella dissonanza con l’immagine ufficiale del sommo poeta italiano, inoltrandosi nei gironi danteschi distribuendo peccati e grandezze, debolezze e sogni, drammi e contraddizioni dell’eterna condizione del vivere, che incarna tutte le fragilità e gli interrogativi dell’uomo.
La missione è di risolvere e lasciarsi accarezzare dai dubbi interpretativi, che chiamano il pubblico ad un divertente abbandono verso il nuovo e inatteso esame della Divina Commedia.
Alla fine si chiede lo stesso Ciardo «chi era Dante? Non lo sapremo veramente mai. Io provo a pensarlo come un ‘verbo’ che dopo 700 anni mi parla ancora, mi emoziona, e, dunque, è un participio presente del passato che ho provato a leggere e capire secondo la mia versione».
Senza l’oratoria non vi sarebbe storia ed in fondo il destino dell’umanità è stato quasi sempre in funzione della personale funzione eloquenziale del singolo che sovrasta i suoi simili generazionali con l’attuazione della parola scritta.
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