Radiologia interventistica al Perrino: si susseguono le fumate grige.
E’ ancora in fase di stallo la questione dell’assenza del reparto di Radiologia Interventistica presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi, presidio sanitario di II livello regionale, quindi fra i più importanti. La direzione sanitaria dell’ASL brindisina avrebbe intenzione di promuovere il reparto al rango di Unità Operativa Complessiva, salvo continuare a fare i conti senza il proverbiale oste, rappresentato dall’assenza di medici qualificati. Ci sarebbe in dotazione, presso il Perrino, la tecnologia richiesta ma manca il capitale umano, problema non risolto neppure quando sono stati banditi, in anni recenti, due concorsi pubblici.
In Regione si pensava di risolvere la problematica, almeno momentaneamente, ricorrendo alla mobilità inter-aziandale, reclutando cioè personale specialistico da altre ASL pugliesi. E d’altronde la stessa direzione sanitaria dell’ASL brinsina aveva stipulato, in tal senso, una convenzione con gli omologhi dell’ASL di Taranto, similmente a quanto fatto con quella barese per il reparto di Rianimazione neo-natale, altro reparto una volta d’eccellenza e poi trovatosi privo di personale.
I dirigenti regionali, riunitisi lo scorso martedì in seduta monotematica, avevano dichiarato che non vi fosse alternativa al momento per ottenere la ripartenza di questo essenziale reparto d’emergenza, la cui assenza aveva forse contribuito alla morte di un 39 brindisino, colto da emorragia cerebrale, nei primi giorni del 2024. A questo punto però arrivava una significativa presa di distanza dal progetto da parte del Sindacato Nazionale Radiologi, per bocca di un suo rappresentante regionale, il Dottor Antonio Saponaro. Questi spiegava come non sia possibile aggirare in questo modo l’assenza del personale medico qualificato giacché, reclutando anche fuori dalle emergenze personale dalle ASL leccesi o tarantine, si sarebbe finito per sguarnire quelle, essendo il personale ridotto all’osso anche nelle ASL confinanti col brindisino.
La proposta del sindacato è allora su due livelli, una emergenziale e l’altra strutturale: invece di inaugurare reparti privi di medici interni, occorre garantire ai pazienti del brindisino posti riservati negli ospedali di Taranto o Lecce, dove verrebbero assistiti il più velocemente possibile, a seconda delle loro condizioni. A livello strutturale bisogna invece pensare di offrire al personale medico una prospettiva di inserimento lavorativa a tempo indeterminato, cosa che i precedenti bandi di concorso non facevano, altrimenti andranno via anche i pochi specialisti rimasti in Puglia. Inoltre, a detta di Saponaro, la mobilità del personale fuori dall’Azienda Sanitaria di riferimento, viola il Contratto Nazionale del Lavoro.
Parole chiare quanto dure se, in questa mattinata, al termine di nuovi incontri, esse sono fatte proprie anche dai consiglieri di maggioranza Fabiano Amati e Mauro Vizzino i quali, forse troppo frettolosamente, avevano rappresentato come senza possibilità alternative la mobilità inter-aziendale.