Intervista a Francesco, dipendente in causa con Alitalia-Ita Airways

Francesco (nome di fantasia), un amico nato e cresciuto in questa regione, è un testimone diretto della gestione fallimentare con la quale è stata condotta, negli ultimi 20 anni, la compagnia aerea di bandiera Alitalia, la quale, commissariata nel 2018, ha cessato le operazioni di volo il 14 ottobre 2021 in concomitanza con l’avvio, il giorno successivo (15 ottobre), delle attività di ITA Airways, un vettore sul quale lo Stato ha investito 1,5 miliardi, che ha ereditato tutti gli asset principali della vecchia compagnia al costo simbolico di un euro, che ha potuto contare da subito su personale qualificato assunto a un costo mediamente inferiore del 30% rispetto ad Alitalia e che, operando in continuità con la vecchia compagnia, non ha dovuto pagare lo scotto dello start-up.
Nonostante questa situazione di partenza a dir poco favorevole, Ita Airways:
- perde quanto perdeva Alitalia (circa un milione di euro al giorno)
- trattandosi di una mini compagnia (flotta di 86 aerei) non è in grado di reggere la concorrenza né di altri vettori di bandiera come Lufthansa, Air France e British Airways, la cui flotta viaggia mediamente sui 250 aerei, né dell Low Cost come Ryanair e Easy Jet.
Il che significa che lo Stato ha investito denaro pubblico in una nuova compagnia di bandiera, senza che vi fosse una reale strategia di rilancio del trasporto aereo nazionale, lasciandone la gestione a dirigenti ancora una volta poco competenti, e con la consapevolezza di doverla cedere a più grossi competitor per sperare in una sua sopravvivenza.
Incontriamo l’amico Francesco per un caffè, in un solito ventilato mezzogiorno salentino. Ha accettato di buon grado l’intervista, speranzoso anche di poter tenere viva l’attenzione sul futuro cupo di oltre 3.000 dipendenti cassintegrati e delle loro famiglie ma anche sulla vertenza legale avviata con altri 1.300 colleghi.
Francesco, quale percorso ti ha portato a diventare un assistente di volo?
Io mi sono diplomato presso il Liceo Artistico, ed il primo impiego lo trovai in un’azienda metalmeccanica della zona, mettendo semplicemente a frutto le mie competenze col disegno tecnico acquisite a scuola. Nel 2000 ho trascorso un lungo soggiorno a Toronto, ospite dei fratelli della mia fidanzata di allora e dei suoi parenti materni, emigrati in Canada negli anni ‘60. Vista la distanza geografica da qui, l’esperienza è stata significativa di per sè, ma poi grazie a uno di loro, il quale era il responsabile della Air Canada per i bagagli e le merci, ho avuto modo di conoscere un po’ questo ambito lavorativo.
Rientrato dal Canada mi imbattei in una proposta di stage formativo indetto da Air Europe, una compagnia charter, particolarmente importante all’epoca. Inizio le selezioni alla fine di agosto 2001. Il 10 di settembre di quell’anno finisco l’iter selettivo svolto a Gallarate…
Una data a dir poco significativa, in particolare per il mondo del trasporto aereo…
Infatti! Il giorno dopo ricordo la felicità per aver saputo, verso mezzogiorno, di aver superato le selezioni propedeutiche al corso di addestramento vero e proprio. Poi, nel primo pomeriggio, gli incredibili avvenimenti avvenuti nei cieli americani…i fatti dell’11 settembre, un terremoto per il trasporto aereo globale che, nei mesi a venire, registrò il fallimento di numerose compagnie: tra la gente che aveva paura a volare e i nuovi costosi standard di sicurezza richiesti per poter operare i piccoli vettori, e non solo quelli, furono assorbiti dalle compagnie più grandi.
A maggio 2002 inizio a lavorare per Volare Airlines, prendendo residenza a Milano e spostandomi fra gli aeroporti milanesi e quello di Bergamo. Ma nel 2004, col fallimento di Volare Airlines, tornai a in Puglia, in attesa di trovare altre possibilità.
Quali opportunità cogliesti poi?
Nel 2005 fui assunto da una compagnia siciliana, Wind Jet, dove sarei rimasto per breve tempo, perché a fine 2005 vengo assunto da Air One, dove sarei rimasto come dipendente stagionale fino al 2009, anno della fusione con Alitalia. Dato che con la fusione si paventava l’azzeramento dell’anzianità per gli stagionali, anche di quelli giunti al 36° mese di lavoro e prossimi alla stabilizzazione a tempo indeterminato, come me, insieme ad altri colleghi nella stessa situazione impugnammo i vecchi contratti, tutti viziati nella forma, e promuovemmo un’azione legale, che andò avanti per tutto il 2010…
Come andò la causa?
La vincemmo, e nel frattempo si era conclusa la fusione con Alitalia, coisicché io rientrai lavorativamente direttamente come impiegato Alitalia.
Quanto guadagna un assistente di volo?
Dipende da alcuni parametri. Si parte da una paga base correlata al ruolo svolto e all’anzianità di compagnia, cui si sommano le indennità di servizio: ore volate, tipo di attività (medio o lungo raggio), ecc. Il mio stipendio, dato da una base di circa €1.200, con le varie indennità raggiungeva mediamente i €2.300.
Esperienze particolari vissute nel tuo lavoro? Incontri, luoghi visitati, situazioni di pericolo…?
I primi anni, quelli in Volare Airways, mi consentirono di visitare luoghi quali Cancun, con i siti archeologici Maya ed il Mar dei Caraibi e poi Mombasa, in Kenya. Luoghi davvero unici.
Le situazioni più difficili sono state, su un volo Brindisi-Roma, una decompressione causata dall’avaria agli impianti di condizionamento di entrambi i motori, che ci costrinse ad un atterraggio di emergenza a Napoli. Un’altra volta, su un Catania-Linate, si verificò un guasto a due dei tre impianti idraulici, che regolano le superfici mobili dell’aereo e parti fondamentali del sistema frenante, che ci costrinse a dirottare su Malpensa, potendo sfruttare la pista più lunga a disposizione per…fermarci in tempo.
Arriviamo agli anni della presidenza Montezemolo…e degli arabi.
Facevo il pendolare tra Roma e la Puglia in quegli anni. Era il 2014 e il governo Renzi si fece promotore del rilancio di Alitalia con la cessione del 49% della compagnia a Etihad Airways, che detta le condizioni per un duro piano di ristrutturazione aziendale, con l’esubero di qualche migliaio di dipendenti. A presiedere la “nuova” Alitalia è chiamato Montezemolo, che verrà poi inquisito per il crac della compagnia di bandiera (il processo è ancora in corso). A lui si richiama la vicenda delle poltrone di Business Class di tutta la flotta, la cui onerosa riconfigurazione fu commissionata all’azienda di cui era amministratore il figlio… Nel 2017 lasciano anche gli arabi, a dispetto della ristrutturazione e dei sarcifici imposti ai lavoratori, inclusa la rinuncia alla tredicesima come precondizione al loro ingresso nell’azionariato di Alitalia.
…e Alitalia viene commmissariata nel 2018.
Io continuo a lavorare fino al 2021, quando ad ottobre veniamo messi in cassa integrazione, il 14 ottobre. Il giorno dopo, guarda caso, nasce Ita Airways. Tutto il personale di Alitalia viene lasciato a terra. Chi vorrà entrare nella nuova compagnia dovrà ricominciare da capo, sottoponendosi a selezioni e accettando un contratto che cancella tutte le indennità di anzianità e salariali acquisite negli anni. Così, degli oltre 10.000 dipendenti iniziali, in ITA Airways ne sono transitati alcune migliaia, parte del personale handling e manutenzione è stato ricollocato il altre aziende, mentre per i 3500 del ramo aviation, del quale anch’io faccio parte, si avvicina il licenziamento. Rifiutando di accettare supinamente questa decisione politica, visto che di industriale non ha avuto nulla, in 1300 abbiamo fatto causa, contestando il fatto che essendoci stata una incontestabile cessione di asset dal vecchio al nuovo vettore, per legge sarebbe dovuto transitare in automatico anche il personale. Non potendo procedere con una class-action, abbiamo dovuto dividerci in gruppi. Inizialmente, la maggior parte dei giudici del lavoro hanno avuto paura di schierarsi contro il governo e hanno rigettato le nostre richieste. Poi qualcuno ha iniziato a esprimersi a nostro favore. Ma, anche a dispetto di alcune sentenze esecutive che ci hanno dato ragione, imponendo il reintegro, Ita si rifiuta di procedere…è un atteggiamento profondamente contrario ai princìpi basilari che regolano il diritto del lavoro.
Come stai vivendo questa fase della tua vita?
Questa situazione mi amareggia molto, sacrifica gli sforzi di una vita e non mi dà tranquillità. I lavoratori pagano la cattiva gestione delle compagnia di volo. Il paradosso in questo caso è che si è creata un’azienda italiana nuova, che ha ereditato tutto il peggio di quella che l’ha preceduta.
Valuteresti un’opportunità lavorativa in un altro ambito adesso come adesso?
Non ne ho idea. Aspettiamo di conoscere quando ci sarà l’udienza di secondo grado.
Alla prossima chiacchierata…
…gli argomenti non mancano di certo!