L’Ordine dei Medici di Brindisi contrario ad allargare al pubblico il parcheggio interno del “Perrino”.

Nella direzione generale dell’ASL di Brindisi si discute della ridefinizione del parcheggio interno all’ospedale, in modo da poterlo rendere accessibile, previo pagamento di una tariffa, anche ai visitatori, cosa attualmente non consentita. La scelta andrebbe incontro a due problemi annosi, legati al parcheggio esterno: la sua distanza dalla struttura ospedaliera, non trascurabile per persone con problemi di deambulazione e con il cattivo tempo, tanto più considerato che l’area è completamente scoperta rispetto al soffio dei venti e alle precipitazioni, ed il non funzionamento dell’illuminazione elettrica. Ci sarebbero anche i parcheggiatori abusivi ma, come dicevano gli antichi Romani, de minimis non curat praetor…
Ricordiamo che il Perrino è un nosocomio problematico a livello di spazi fin dalla sua costruzione, che si sviluppa così tanto in verticale e poco in orizzontale, in quanto l’idea progettuale risale a molto prima del 2000, quando fu ultimato, e si volle utilizzare lo scheletro di un manufatto costruito decenni prima piuttosto che ripensarlo in senso più armonico.
Ora accade, tuttavia, che l’Ordine Provinciale dei Medici non sia affatto d’accordo sulla proposta, e ciò per una serie di ragioni. Il presidente dell’Ordine, Arturo Oliva, ha spiegato come, innanzitutto, non sarebbe opportuno che l’eventuale tariffa sia prevista anche per gli operatori sanitari, per tutti coloro i quali lavorano presso il Perrino. Il parcheggio interno dovrebbe rimanere di esclusiva pertinenza dei dipendenti ASL, dei pazienti e dei diversamente abili anche per non congestionarlo rispetto a coloro i quali hanno un diritto prevalente ad occuparlo. Una soluzione per affrontare il problema della scomodità del parcheggio esterno potrebbe essere piuttosto quello di allestire dei bus navetta per l’utenza che ne necessiti.
Ma Oliva ha anche due richieste da proporre alla Direzione: la prima è quella di spostare il Centro Unico di Prenotazione al di fuori dell’ospedale, perché la sua presenza interna intasa le corsie anche in orari non legati alle visite, con persone che cercano di approfittare del fatto di essere lì per chiedere colloqui ai medici. La seconda è quella di aumentare la sorveglianza, al fine di aumentare la sicurezza degli operatori sanitari, mettendoli al riparo da aggressioni e intemperanze, verbali e non solo, da parte dei visitatori della struttura.