Giochi del Mediterraneo: Sannicandro diffida Ferrarese dall’utilizzo del marchio e dei progetti.
La situazione è tragica, non è seria. Il vecchio adagio si addice abbastanza ad un nuovo capitolo dell’infinita querelle che riguarda l’organizzazione dei Giochi del 2026, tanto più che rappresenta un nuovo capitolo di quella guerra di tutti contro tutti che ha finora tanto rallentato l’iter organizzativo dell’evento.
Elio Sannicandro, direttore generale del Comitato organizzatore Taranto 2026 dalla sua costituzione fino al 6 novembre 2023, quando fu rimosso dall’incarico in seguito al suo coinvolgimento – in qualità di commissario straordinario per il dissesto idrogeologico della Regione Puglia – in un’inchiesta della Guardia di finanza di Bari, è il primo firmatario, assieme ad altri 12 componenti del vecchio staff organizzatore dei Giochi, di una diffida nei confronti del nuovo Comitato Organizzatore Locale, guidato dall’imprenditore Massimo Ferrarese, per utilizzo non autorizzato di tutti i progetti relativi all’organizzazione dell’evento sportivo, per le opere che dovrebbero essere realizzate per il suo svolgimento, nonché per il logo della manifestazione.
Secondo gli avvocati Enzo Varricchio e Roberta Valente del Foro di Bari, tali progetti, inquanto frutto di “creatività ed ingegno”, sarebbero coperti dal diritto d’autore.
Secca la replica di Ferrarese, che in ambito sportivo ha avuto il merito, nel 2011, di aver riportato per la prima volta il basket brindisino in Serie A dopo svariati lustri, prima che vi si attestasse lungamente con la nuova gestione: ” “Sin dall’inizio in tanti hanno provato a metterci i bastoni tra le ruote. E’ evidente che qualcuno ci sta provando in tutti i modi e anche in questo caso ritengo venga fatto in maniera totalmente strumentale. Ma noi siamo determinati e andremo avanti”.
Non sappiamo se questa diffida possa intralciare ulteriormente le procedure per la realizzazione degli impianti sportivi richiesti dall’ente gestore dei Giochi, che a Taranto ha assegnato con congruo anticipo l’organizzazione della XX edizione, per il 2026, giacché tali ritardi sono stato il frutto, anche e soprattutto, delle inefficienze con cui stava lavorando il vecchio Comitato Organizzatore, nonché di un ritardo col quale il governo centrale ha fornito i finanziamenti necessari per mettere a bando le opere, e ancora delle tensioni fra Ferrarese ed il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che hanno causato a loro volta un’ impasse a causa del quale, lo stesso CONI, ha voluto la scorsa estate sfilarsi dal Comitato, come pungolo nei confronti degli altri soci a non perdere più tempo. E’ soprattutto la città di Taranto, che dei giochi dovrebbe essere ovviamente l’epicentro, a scontare un forte ritardo nei lavori programmati, a partire dall’ammodernamento dello stadio “Erasmo Iacovone”. Il rischio di fare una figuraccia, facendosi sfilare l’organizzazione di un evento che coinvolgerà anche le province confinanti e i relativi impianti sportivi, esiste a dispetto del leggero slittamento dell’appuntamento, che per evitare di andarsi a sovrapporre ai Mondiali di Calcio è stato saggiamente spostato alla fine dell’estate del ’26.