Astronomia: alla scoperta delle meraviglie del cielo invernale.
In astronomia è definito asterismo una figura i cui contorni sono composti da stelle appartenenti a diverse e distinte costellazioni. In particolare, essendo da pochi giorni entrati tecnicamente nell’inverno astronomico, vale la pena porre la propria attenzione, quando si ha la fortuna di stare sotto un cielo abbastanza buio, sulla figura di un triangolo, la cui individuazione ci consentirà indirettamente di ricavarci e di riconoscere due fra le costellazioni più estese del cielo e delle relative stelle principali. Tale triangolo è detto “invernale”, per distinguerlo da un altro celebre asterismo a forma di triangolo, che però caratterizza i nostri cieli fra la primavera avanzata e l’inizio autunno, e che perciò è detto “estivo”, quello formato dalle stelle Vega, Altair, nostre vicine, e dalla lontanissima quanto maestosa Deneb.
Il triangolo invernale è un asterismo che include stelle facenti parte le costellazioni di Orione, Cane Maggiore e Cane Minore. Esse sono, rispettivamente, la supergigante rossa Betelgeuse, e due stelle di colore azzurrino, Sirio e Procione. Betelgeuse e Sirio in particolare sono due fra gli astri più conosciuti, studiati e amati dalla vasta comunità degli astrofili. Betelgeuse è la spalla sinistra di Orione, che secondo la mitologia greca era un cacciatore che, per definizione, non poteva che essere accompagnato, anche in cielo, da due cani, uno più grande, il Cane Maggiore appunto, di cui Sirio costituisce l’astro più luminoso, e quello Minore, di cui fa parte Procione, ma che non ricorda neppure lontanamente la figura di un cane. Gli Antichi sopperivano con la fantasia alla mancanza di sostanza!
Da rilevare come Betelgeuse sia un astro colossale, di diametro molte centinaia di volte maggiore del nostro Sole, e che perciò capace di ingoiare tutte i pianeti del nostro solare fino almeno a Giove, Terra compresa, se fosse per magia collocato al posto della stella che ci dà la vita. Betelgeuse è studiatissima dagli astrofisici anche perché futuribile supernova (entro un milione di anni, nulla per la vita di una stella). Sirio è invece una stella altrettanto popolare e conosciuta per via del fatto di essere la più luminosa della volta celeste, questo non tanto per la sua intrinseca luminosità, che pure è 22 volte maggiore di quella del Sole, ma per via della sua estrema vicinanza a noi: 8,6 anni luce. Il nulla rispetto all’abisso di circa 600 anni luce che ci separa da Betelgeuse. Di questa vediamo cioè un’immagine partita quando, sulla Terra, Cristoforo Colombo non era ancora giunto le Americhe. Eppure la supergigante, pure tanto distante da noi, rossa è fra le prime 10 stelle più luminose del cielo, a dimostrazione della sua enorme luminosità.
Un’ ultima considerazione sulle costellazione che ospitano questi due celebri astri: esse, specialmente il Cane Maggiore, non si alzano mai molto oltre l’orizzonte, essendo propriamente costellazioni del cielo australe. Tuttavia sono entrambe, specialmente Orione, la costellazione che ricorda per la forma una clessidra o una caffettiera, un autentico prodigio della prospettiva e della geometria. Orione ospita al suo interno la meravigliosa, e omonima, nebulosa, fucina di nuovi fiammanti stelle che vivranno solo pochi milioni di anni, appena sotto i tre inconfondibili astri che costituiscono la “cintura” di Orione, al cui quasi perfetto allineamento pare si siano ispirati gli antichi Egizi quando costruirono le tre piramidi della Piana di Giza, perfettamente allineate a quelle tre luminosissime, quanto remote (più di 1000 anni luce da noi) stelle. Buon anno e buone osservazioni!