Drammatico il bilancio delle vittime sulle strada nel ponte di Natale.

Il fine settimana ed il ponte festivo di questo Natale hanno fatto registrare, sulle strade italiane, la cifra di ben 40 vittime per incidenti stradali. 3 persone sono morte, fra di esse una coppia di giovani insegnanti, in un pauroso incidente verificatosi a Barberino del Mugello, in un cui una delle due auto coinvolte ha preso fuoco, un’altra coppia era invece deceduta in un incidente verificatosi ieri l’altro alla periferia di Taranto.
Com’è evidente, ogni incidente stradale fa storia a sé, sono tantissime le variabili e le possibili cause alla base di un incidente, infinite le combinazioni che li determinano. Le responsabilità rientrano, tuttavia, sostanzialmente in due macro-categorie, quelle derivanti dal comportamento umano e quelle attribuibili alle insidie che possono riservare la strada (asfalto fatiscente, strada stretta, curve pericolose, dossi) o le condizioni atmosferiche, ritenendo con ciò la pura fatalità, come lo scoppio di una gomma o un malore di chi guida, qualcosa di marginale, statisticamente, nel computo complessivo delle vittime. Se è infatti vero che la pioggia o la nebbia non hanno colpevoli, sta all’automobilista fare maggiore attenzione in questi casi.
Quindi l’espressione “tragica fatalità”, quando si parla di incidenti stradali, dovrebbe essere di molto ridimensionata. Si può semmai essere tragicamente vittime del comportamento altrui, ma resta evidente, alla base degli incidenti automobilistici, sempre la responsabilità di chi alla guida sottovaluta alcuni aspetti. Certamente, con la diffusione degli smartphone e dei suoi tantissimi strumenti di potenziale distrazione, esiste un fattore di rischio che prima non c’era. Della velocità o della guida sotto effetto di sostanze alcoliche o altro si è sempre detto, e non c’è altro da dire oltre quello che tutti dovrebbero sapere.
C’è però un aspetto che meriterebbe maggiore attenzione, e che spesso viene trascurato: la non sufficiente conoscenza della strada, e delle sue caratteristiche, o l’incapacità di saper adattare velocità e stile di guida ad esse. Invece questo è un fattore decisivo, basti solo pensare al fatto che, anche a velocità contenute, un errore in una curva che presenti un campo pianeggiante ai bordi, o un guardrail, può rivelarsi senza particolari conseguenze, mentre lo stesso errore su una strada che abbia ai bordi un dislivello significativo, o degli alberi, può rivelarsi fatale. Lo stesso dicasi per strade che presentano dossi che ostacolano molto la visibilità, che non consentono quindi di effettuare sorpassi in maniera sicura. Eppure ne vediamo tanti, purtroppo.
Vorremmo tutti credere che il problema possa risolversi con l’inasprimento delle sanzioni. Siamo addirittura del parere, da sempre, che per arrivare alla revoca della patente non occorra attendere che qualcuno compia una strage a bordo della propria auto. Ma, senza arrivare ai casi estremi, di “criminali patentati”, un dato di fatto esiste: l’ignoranza alla guida è enormemente più costosa che in altri ambiti.