LA VITA EXTRATERRESTRE: FRA SCIENZA E FANTASCIENZA

La Vita Extraterrestre (Studium Edizioni, 2021) di Paolo Musso, docente presso l’Universitaria dell’Insubria dell’unico corso italiano di scienza e fantascienza, è un’opera che tratta con grande rigore scientifico una questione che sarebbe del tutto riduttivo confinare al solo ambito scientifico, essendo essa la questione delle questioni: Quale posto occupa la specie umana nel cosmo? Siamo, noi esseri umani, un’incredibile eccezione oppure la norma ? (nel senso che la vita intelligente è assai comune nel cosmo?)
Un chiarimento è subito necessario: si può essere ragionevolmente certi che la vita, in forme più o meno complesse, sia assolutamente la norma nell’universo, e che forse essa esista anche all’interno di altri mondi del nostro sistema solare, su qualcuna delle tantissime lune di Giove e Saturno e forse, anche, nel sottosuolo di Marte.
Ciò che però l’Umanità da sempre si chiede, attorno a qualcuna delle centinaia di miliardi di stelle della Via Lattea, la quale a sua volta è una fra le centinaia di miliardi di galassie dell’universo visibile, una civiltà tecnologicamente sviluppata, in grado di comunicare ed anche, cosa non del tutto scontata, interessata a farlo. Se essa esiste, va di certo cercata in sistemi solari simili al nostro, composti da una singola stella di dimensioni contenute, che produca energia trasformando idrogeno in elio per miliardi di anni in maniera tranquilla, esattamente come il nostro Sole.
Come cercare testimonianza di queste, ipotetiche, civiltà? Qui l’autore è, a ragione, molto realista: potremo farlo solo mettendoci in ascolto, utilizzando i sempre più avanguardistici telescopi e radiotelescopi che la tecnologia ci mette a disposizione, essendo i viaggi interstellari qualcosa che forse resterà realizzabile per sempre, a causa delle inconcepibili distanze che ci separano anche dalle stelle più vicine.
Musso ritiene che, sebbene finora non sia stato colto alcun segnale indiscutibilmente di carattere artificiale dalla marea di rumori che ci arrivano dallo spazio profondo e che sono originati dalle stelle, la strumentazione che stiamo mettendo a punto ci consentirà, entro la metà di questo secolo, di raccogliere il primo segnale indiscutibilmente artificiale, quindi intelligente.
Che poi quel segnale sarà stato intenzionalmente o no inviato a noi poco conta; molto più fifficile sarà invece decifrarne correttamente il contenuto. Noi stessi, fin dagli anni ’30 dello scorso secolo, stiamo inviando nello spazio le nostre trasmissioni radiotelevisive cosicché, un’ipotetica civiltà distante da noi un’ottantina di anni luce potrebbe essere raggiunta in questo momento dalle cronache terrestri della Seconda Guerra Mondiale!
Ad ogni modo, la scoperta di tale segnale sarebbe un evento a dir poco epocale: l’autore illustra anche le ricadute psicologiche, filosofiche e sociale che essa avrebbe, soffermandosi specialmente su come la religione cristiana si relazionerebbe con la stessa, sulla base dei suoi princìpi portanti.
Ma poi sarebbe o no il caso di rispondere a tale messaggio? Il celebre astrofisico Stephen Hawking aveva messo in guardia dal rischio di farlo, ed anche da quello di inviare messaggi nello spazio allo scopo preciso di cercare un contatto, perché potremmo infatti far sapere della nostra esistenza ai rappresentanti di una civiltà molto più progredita della nostra, in grado di raggiungerci e di annientarci. Il libro espone a proposito anche delle ipotesi per il momento del tutto fantascientifiche, ma incredibilmente affascinanti, avanzate da alcuni autori, come quella che esista una specie di club delle civiltà galattiche molto progredite in contatto fra loro, che la nostra non abbia ancora raggiunto tale livello e che però ci stiano osservando da lontano per scoprire quando lo faremo.
Peraltro, come fare ad interagire, sia pure a distanza (col correlato che, fra l’invio di una domanda e l’arrivo della relativa risposta potrebbero passerebbe secoli o anche millenni, poiché nessun segnale può superare la velocità della luce…) con esseri viventi che hanno alle spalle una storia, cognizioni tecniche e concezioni morali ed etiche del tutto autonome? Vi sarebbe una base comune di valori sulla quale poter impostare una discussione?
Questi sono solo i principali fra gli svariati enigmi posti nell’opera. Ognuno di essi si presta alle più disparate congetture, ognuno di essa si affaccia su un abisso di mistero.
Paolo Musso aveva avuto anche modo di porre la questione centrale, tramite la segreteria vaticana, direttamente a Benedetto XVI, il quale ebbe la sollecitudine di rispondere a stretto giro di posta. Nell’appendice del libro, il grande teologo tedesco si sofferma, brevemente ma puntualmente, sul modo col quale il Cristianesimo dovrebbe relazionarsi con la rivelazione dell’esistenza di un’altra civiltà oltre la nostra.
Libro appassionante, indicato non solo agli stretti appassionati delle scienze astronomiche.