Hotspot di Taranto e i diritti umani negati

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo condanna l’Italia per le Condizioni dei Giovani Migranti nell’Hotspot di Taranto
Governo italiano condannato, per aver trattenuto quattro migranti, minorenni non accompagnati, nell’hotspot di Taranto, una struttura per adulti che si trovava in condizioni igienico-sanitarie critiche e sovraffollate. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha emesso una sentenza storica condannando l’Italia per la violazione degli articoli; 3 divieto di trattamenti inumani o degradanti , 5 diritto alla libertà e alla sicurezza e 13 diritto a un ricorso effettivo, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
I quattro giovani erano arrivati in Italia il 22 maggio 2017, dichiarando di essere minori non accompagnati. Nonostante le loro dichiarazioni, furono trasferiti nell’hotspot di Taranto, progettato solo per adulti. Rimasero in queste condizioni fino alla metà di luglio, quando la Corte di Strasburgo intervenne e li trasferì in una struttura adatta ai minori.
La CEDU ha basato la sua condanna sull’evidenza presentata dai quattro giovani migranti, tra cui fotografie che documentavano il sovraffollamento estremo dell’hotspot di Taranto. La struttura, originariamente prevista per ospitare 400 persone, conteneva in quel momento ben 1.419 individui, rendendo le condizioni di vita insopportabili. Inoltre, le condizioni igienico-sanitarie erano inadeguate.
Il Governo italiano, ha sottolineato che l’arrivo massiccio di migranti, tra cui 202 minori, il 22 e il 26 maggio 2017, aveva reso estremamente difficile la gestione dell’hotspot.
La sentenza impone di risarcire i quattro giovani migranti con una somma di 6.500 euro ciascuno, a cui si aggiungono 4.000 euro di spese legali. Questa decisione rappresenta un passo avanti nella protezione dei diritti umani in Italia e sottolinea l’importanza di garantire condizioni dignitose e rispettose per tutte le persone, indipendentemente dalla loro origine o status migratorio.