Sette arresti in una operazione della Polizia: estorsione e usura a Taranto.

Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato ha portato a termine un’operazione di grande portata eseguendo sette ordinanze di custodia cautelare, di cui sei con destinazione in carcere e una con obbligo di presentazione all’Autorità Giudiziaria. Le disposizioni sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Taranto, su richiesta della Procura Jonica. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo e con diverse condotte, di reati quali incendio doloso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, e usura.
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Taranto, ha preso avvio in seguito a due incendi dolosi verificatisi il 31 gennaio e il 2 febbraio 2022. I roghi avevano distrutto quattro autovetture di alta gamma all’interno del parcheggio della concessionaria VENTRIGLIA Group e nelle vicinanze dell’abitazione del titolare, causando danni anche ad altri veicoli e agli edifici circostanti.
Le prime fasi dell’indagine hanno concentrato l’attenzione su due individui con un notevole passato criminale, identificati come possibili autori materiali degli incendi. L’ipotesi investigativa è stata supportata da registrazioni di sistemi di videosorveglianza pubblici e privati nelle vicinanze della concessionaria e delle residenze dei sospettati. L’attività di intercettazione delle comunicazioni ha ulteriormente suggerito che i presunti autori materiali potrebbero essere stati reclutati da una terza persona, agendo su mandato di uno dei titolari di una rivendita di auto concorrente, che aveva motivi di astio nei confronti del proprietario della concessionaria.
L’attenzione investigativa si è quindi focalizzata su questi ultimi due individui, rivelando elementi indiziari riguardanti presunte attività illegali di estorsione, usura e detenzione di armi da fuoco. Si è scoperto che il titolare della concessionaria concorrente aveva costrittivamente impedito al proprietario di una rivendita di motocicli di acquisire un locale commerciale adiacente alla sua attività, poiché era oggetto di interesse di un individuo legato a un noto clan mafioso operante nella zona. Inoltre, il titolare della concessionaria era in possesso di almeno due pistole, una delle quali sarebbe stata affidata a un suo “dipendente”, il fratello del soggetto ingaggiato per gli incendi alla concessionaria.
Le indagini hanno rivelato che i due fratelli, insieme ai loro familiari, gestivano un redditizio business di usura. I dettagli delle operazioni finanziarie erano registrati con attenzione, documentando accordi con i debitori e le minacce violente per garantire il rispetto dei pagamenti.
Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei sette indagati. Inoltre, è stato posto sotto sequestro un locale oggetto della presunta estorsione aggravata dal metodo mafioso, che nel frattempo era stato acquisito in locazione da una società riconducibile al soggetto affiliato al noto clan.
Resta sottolineata la presunzione di innocenza degli indagati fino alla conclusione del giudizio con una sentenza irrevocabile. L’operazione della Polizia di Stato rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il crimine organizzato nella regione, dimostrando l’impegno delle forze dell’ordine nel preservare la sicurezza e la legalità sul territorio.