Giovanna Cera – Dalla cattedra dell’ università del Salento al terreno ed allo scavo
Dalla cattedra dell’ università del Salento al terreno ed allo scavo in località Li Schiavoni (Nardò – LE) Giovanna Cera, Docente di Urbanistica Greca e Romana presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e Direttore Scientifico dello scavo archeologico nel sito messapico di località Li Schiavoni (Nardò), ci spiega l’evoluzione delle procedure tecnico amministrative di uno scavo archeologico
Intervista a cura di Daniela Zonile
Quali sono le procedure per effettuare degli scavi archeologici su un territorio?
Le ricerche archeologiche condotte sul territorio italiano da parte di soggetti pubblici (Università, Enti di ricerca italiani e stranieri, Enti pubblici territoriali) o privati si effettuano in regime di concessione ministeriale. Per procedere allo scavo è dunque necessario preventivamente presentare istanza di concessione alla SABAP (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio) competente per il territorio, che procede a una prima valutazione, trasmettendola quindi, per la definitiva approvazione e per il rilascio della concessione, alla DGABAP (Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio). Il concessionario, che, nel caso dello scavo in località Li Schiavoni (Nardò) è il Dipartimento di Beni Culturali di Unisalento, individua un Direttore Scientifico, che ha la responsabilità scientifica delle indagini, che si assume il compito di coordinare le attività e che si impegna a rispettare le indicazioni stabilite dagli Uffici competenti. Il Concessionario, inoltre, assegna ed eroga le somme adeguate allo svolgimento dei lavori, oltre che al restauro dei materiali mobili e immobili e alla messa in sicurezza delle aree scavate.
Come si sceglie il terreno su cui scavare?
Vista dall’alto del sito archeologico di scavo “Li schiavoni”. Photo by pag Facebook Li schiavoni https://www.facebook.com/LiSchiavoniUnisalento
Numerosi possono essere gli indizi che permettono all’archeologo di individuare un’area promettente per lo svolgimento di scavi stratigrafici. Le segnalazioni, lo studio della cartografia storica, della toponomastica, lo svolgimento di ricognizioni di superficie e l’analisi delle immagini aeree e satellitari possono portare al riconoscimento di tracce dell’attività e dell’opera dell’uomo e di localizzare le aree più significative dal punto di vista archeologico. Nel caso specifico del sito di località Li Schiavoni (Nardò), sappiamo che agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, in occasione di lavori per l’installazione di tralicci dell’alta tensione, fu portata in luce una quantità considerevole di materiali archeologici. Di lì a poco fecero seguito i primi sopralluoghi effettuati da parte dell’Unità Operativa di Topografia Antica dell’Università del Salento, che, ripresi più di recente in maniera più sistematica e intensiva, hanno consentito di riconoscere in quest’area un piccolo insediamento messapico fortificato e di distinguere alcuni degli aspetti più significativi della sua organizzazione topografica. L’evidenza di maggiore rilievo, ben apprezzabile sulle immagini aeree, è senza dubbio rappresentata da una sorta di recinto che circonda il pianoro su cui si sviluppò l’abitato. Il riscontro effettuato sul terreno ha permesso di appurare che questo, costituito da un muretto a secco moderno, sembra ricalcare in quasi tutto il suo percorso le antiche mura di delimitazione dell’insediamento: i resti di questa struttura, realizzata con blocchi di medie e grandi dimensioni, si possono infatti individuare al di sotto di esso, parzialmente in opera o in stato di crollo o inglobati nel paramento moderno come elementi di riutilizzo. E proprio da questa più macroscopica evidenza siamo partiti con l’avvio nel 2016 delle prime indagini stratigrafiche, che sono poi proseguite con continuità e che hanno interessato anche altre zone dell’abitato antico.
Dopo aver selezionato il “papabile” territorio come si procede, quali sono le istituzioni da contattare?
Logo Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio prov. Brindisi e Lecce
L’Istituzione competente per il territorio è la SABAP, alla quale si comunica l’importanza archeologica del sito individuato e alla quale si esprime l’intenzione di intraprendere le attività di ricerca. Le difficoltà maggiori insorgono nel caso in cui il terreno da sottoporre a indagine sia di proprietà privata; non sempre (anzi assai raramente), infatti, i privati concedono l’autorizzazione allo svolgimento di scavi archeologici nei loro terreni. Le ricerche condotte nel sito de Li Schiavoni sono un’eccezione in tal senso. L’avvio delle nostre attività è stato reso possibile grazie alla grande disponibilità e sostegno del proprietario di uno dei terreni che ricadono nell’area interessata dall’antico abitato fortificato, il Sig. Lino Rollo, che ogni anno segue con grande attenzione le novità che emergono dalle nostre ricerche. È lei, direttrice e responsabile dello scavo, a tenere i contatti con la soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio e ad aggiornarli sulle evoluzioni? Si, sono io a tenere i contatti con il Soprintendente e con i Funzionari Archeologi della SABAP, comunicando con congruo anticipo la data di avvio dei lavori e la durata delle attività; discutendo eventuali problematiche di tipo logistico e aspetti di carattere scientifico; inviando, al termine della campagna di scavo, una dettagliata documentazione e rendicontazione sui risultati delle attività di ricerca; discutendo eventuali strategie da mettere a punto per il prosieguo delle indagini.
In quanto direttrice dello scavo è suo compito suddividere i lavori tra collaboratori e studenti, come avviene questa suddivisione?
Archeologi e futuri tali al lavoro sul sito di scavo “Li schiavoni” photo by Daniela Zonile
Lo scavo che dirigo nel sito messapico di località Li Schiavoni è per prima cosa uno scavo didattico e accoglie un numero di studenti che oscilla tra i 12 e i 20, per lo più di Unisalento e per lo più iscritti al corso Triennale in Beni Culturali, a quello Magistrale in Archeologia e alla Scuola di Specializzazione in Archeologia del nostro Dipartimento; ma anche studenti provenienti da altre università italiane e straniere (Università di Roma, Università di Pisa, Università di Monaco, Libera Università di Amsterdam, ecc.). Nel corso delle attività, gli studenti meno esperti vengono guidati nell’applicazione delle corrette metodologie di intervento e nella compilazione della documentazione di scavo, spesso coadiuvati dai colleghi più pratici. Affido generalmente ad alcuni collaboratori con competenze metodologiche e tecniche specifiche compiti di responsabilità nella redazione della documentazione grafica (rilievi, prospetti, sezioni) e nel coordinamento delle attività sul campo e in laboratorio. Gli studenti che sono interessati hanno poi la possibilità di proseguire la loro formazione con le attività che svolgiamo nel Laboratorio di Urbanistica del mondo classico e che prevedono l’inventariazione, la schedatura, la classificazione e il disegno dei reperti archeologici, nonché l’elaborazione e la gestione informatizzata della documentazione grafica di scavo.
Quali sono i compiti dell’università nei suoi riguardi e nei confronti dello scavo?
Logo Università del Salento L’Università finanzia in https://www.facebook.com/LiSchiavoniUnisalentoparte le campagne di scavo del Dipartimento di Beni Culturali – tra cui appunto quella de Li Schiavoni -, attraverso il meccanismo del “5 per mille”. Un contributo viene offerto anche dal Comune di Nardò, che sostiene annualmente dal punto di vista economico lo svolgimento delle indagini sul campo.