Caporalato nel Foggiano: la triste realtà dei braccianti africani

Caporalato nel Foggiano: la triste realtà dei braccianti africani
Il caporalato è una forma di sfruttamento del lavoro che affligge molti settori produttivi, in particolare quello agricolo. Nel Foggiano, una recente operazione delle forze dell’ordine ha portato alla luce la situazione di centinaia di braccianti di origine africana, impiegati in condizioni disumane e pagati una miseria.
Il reclutamento e il trasporto dei lavoratori
I braccianti venivano reclutati da un ‘caporale’ proveniente dalla Costa d’Avorio, che li contattava nella ex pista di Borgo Mezzanone, dove vivevano in baracche. Il ‘caporale’ li trasportava, stipati in un furgone, dai campi dove dovevano lavorare per conto di alcune cooperative agricole locali. I lavoratori non avevano alcun contratto, nessuna tutela sanitaria e nessuno strumento di protezione individuale. Lavoravano per oltre 10 ore al giorno, in ogni condizione meteorologica, e ricevevano circa 15 euro al giorno, da cui veniva decurtata una quota per il trasporto. Il compenso era calcolato a ‘cottimo’, cioè in base alla quantità di ortaggi raccolti.
L’operazione delle forze dell’ordine
L’operazione delle forze dell’ordine è scattata a seguito della denuncia di un cittadino extracomunitario che segnalava di aver lavorato nella raccolta delle olive senza essere stato messo in regola e retribuito. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia e svolte con la collaborazione dello Scico e del Gico, hanno consentito di ricostruire lo sfruttamento dei braccianti e di individuare i responsabili. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Foggia ha disposto gli arresti domiciliari per il presunto ‘caporale’ e i gestori di due cooperative agricole, oltre al sequestro del mezzo utilizzato e dell’illecito profitto conseguito.