Dal Mar Piccolo alle nostre tavole: continuano i sequestri di cozze avvelenate.
La lotta alla vendita illegale di cibo potenzialmente nocivo per la salute umana continua ad essere una priorità per le forze dell’ordine. In uno sforzo volto a proteggere i cittadini e garantire la legalità nel commercio alimentare, la Polizia di Stato ha portato avanti un’operazione di monitoraggio lungo le rive del fiume Galeso, culminata nel sequestro di oltre 190 kg di cozze nere destinate a tavole inconsapevoli.
L’azione è stata condotta dagli investigatori del Commissariato Borgo di Taranto, i quali hanno individuato un uomo di 48 anni come presunto responsabile dell’illegale commercio di sostanze alimentari nocive e in cattivo stato di conservazione. Le accuse si basano sul fatto che l’uomo è stato sorpreso mentre prelevava diversi sacchi di cozze nere da un’imbarche sulla costa del primo seno del Mar Piccolo. È importante sottolineare che in quest’area vigeva un divieto assoluto di prelievo e commercializzazione di mitili a causa dell’alto livello di inquinamento, derivante da sostanze notoriamente cancerogene.Gli agenti del Commissariato Borgo, coadiuvati da personale dell’ASL di Taranto, hanno intercettato il 48enne nel momento in cui stava trasferendo i sacchi di mitili nella sua autovettura. Successivamente, l’uomo è stato seguito fino a un locale nelle vicinanze, dove è stata scoperta la commercializzazione illegale delle cozze nere.All’interno del locale sono state rinvenute oltre 190 kg di cozze nere, alcune delle quali già sgusciate, prive di qualsiasi documentazione che ne attestasse la provenienza. Di conseguenza, i mitili sono stati sequestrati e successivamente distrutti, al fine di garantire la sicurezza dei consumatori.Le indagini sono ancora in corso per quanto riguarda il locale, poiché è necessario verificare se fossero presenti le autorizzazioni necessarie per il commercio dei prodotti sequestrati. Inoltre, il 48enne è stato denunciato anche per oltraggio e resistenza a Pubblico Ufficiale, in quanto avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente gli agenti durante il controllo.È importante ribadire che, in conformità con il principio fondamentale della presunzione di innocenza, l’indagato gode di questo diritto fino a quando non sarà emessa una sentenza definitiva.