Calcio – Christian Riganò è tornato al mestiere di muratore

Christian Riganò, l’ex calciatore reso celebre dalla Fiorentina, ha preso una decisione coraggiosa di reinventarsi come muratore dopo aver concluso la sua carriera nel calcio. In un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’, Riganò ha condiviso la sua grande soddisfazione nel nuovo mestiere di muratore e l’orgoglio di dedicarsi a questa professione.
A dire il vero, quando iniziò a giocare, si era già appassionato ai lavori edili, e non l’aveva mai nascosto.
Dopo non aver ricevuto offerte per continuare la sua carriera come allenatore, ha scelto di seguire la sua passione per costruire e riparare le cose, e quindi è tornato alla sua professione di muratore.
Sebbene abbia ottenuto due certificazioni per l’allenamento, dimostrando il suo amore per il calcio, ha riconosciuto che non si sente a suo agio nell’ambiente calcistico moderno, spesso dominato dagli aspetti sponsorizzati. Non è disposto a fare compromessi sulla sua integrità, ma è aperto a tornare in panchina se dovesse arrivare un’opportunità che rispecchia i suoi valori.
Riganò ha ripensato al momento emozionante in cui è stato chiamato dalla Fiorentina, quando la squadra si trovava in C2 dopo il fallimento di Cecchi Gori. Fu un giorno memorabile e allo stesso tempo difficile, poiché fece il suo esordio in Serie A a 30 anni, indossando la fascia da capitano della Fiorentina, ma purtroppo subì un grave infortunio dopo soli 20 minuti.
La carriera di Riganò ebbe inizio a Taranto, dove fu portato dai dilettanti grazie all’intuizione dell’allora D.S. Pieroni. Arrivò in riva allo Jonio dopo esperienze a Lipari, dove giocava insieme al fratello Massimo, e con esperienze a Messina e con l’Igea Virtus, sempre tra i dilettanti. La sua esplosione avvenne al Taranto, dove al primo anno ottenne la promozione in Serie C1 segnando 14 reti, mentre nel secondo mise a segno 27 reti in 33 partite, ottenendo il titolo di capocannoniere del campionato e trascinando la squadra a un passo dalla promozione in Serie B, sfumata nella finale play-off persa contro il Catania.
Successivamente, giocò per il Messina nel 2006, segnando 19 gol in 26 partite e posizionandosi come terzo miglior cannoniere del torneo, superato solo da Totti e Lucarelli. Nonostante le sue prestazioni eccezionali, non ricevette mai una chiamata in Nazionale da parte di Donadoni, un mistero per lui.
Infine, riguardo ai guadagni durante la sua carriera da calciatore, Riganò ha rivelato di essere soddisfatto delle sue entrate, ma ha anche notato che il divario tra gli stipendi dei calciatori di fascia alta e quelli di fascia media è considerevole. Questo è un aspetto comune nel mondo del calcio moderno, dove i giocatori di alto livello spesso ricevono compensi enormi rispetto a quelli di livello inferiore.
La scelta di Riganò di tornare a lavorare come muratore dopo aver lasciato il calcio dimostra che ha seguito la sua passione e ha fatto ciò che lo rende felice, senza farsi influenzare dalle pressioni e dalle aspettative dell’ambiente calcistico moderno.

La sua esperienza nel calcio e la sua decisione di intraprendere una carriera completamente diversa possono essere fonte di ispirazione per coloro che cercano di seguire la propria vera passione e di non farsi influenzare dalle convenzioni sociali o dalle aspettative esterne.