Operazione pesce tossico: “Me li sogno la notte i cristiani che si sentono male”

Una vicenda di estrema gravità ha scosso il mondo dell’industria ittica. Durante le indagini dell’operazione “Albacares”, volta a contrastare il consumo di tonno a pinne gialle adulterato, sono emerse intercettazioni che gettano luce sulla manipolazione dei prodotti ittici e sul pericolo per la salute dei consumatori.
Una lavoratrice di una società di certificazione coinvolta nell’operazione ha espresso con parole allarmanti la preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere il consumo di pesce adulterato: “Me li sogno la notte i cristiani che si sentono male, veramente abbiamo cioè non c’ha lasciato nessuno le penne ma perché veramente il Signore ci ha detto grazie e quindi non mangiare più pesce crudo, ti prego, non lo mangiare più”.
L’inchiesta ha portato all’arresto dei vertici di due imprese ittiche di Bisceglie, la Ittica Zu Pietro Srl e la Izp Processing, ovvero Andrea, Vincenzo e Laura Dell’Olio. Sono stati inoltre arrestati Maurizio Ribezzo e Loredana Guariniello, rappresentanti di laboratori di analisi e società di consulenza e certificazione di Avellino, la Innovatio Srl e Studio Summit Srl. Altre sei persone sono ai domiciliari e sette hanno ricevuto il divieto di dimora o l’obbligo di dimora, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura.
Le indagini, coordinate dai pubblici ministeri Francesco Tosto e Roberta Moramarco della Procura della Repubblica di Trani, sono partite dopo numerosi casi di intossicazione da pesce adulterato, alcuni dei quali hanno richiesto persino il ricovero in terapia intensiva. Durante le perquisizioni, i militari del Nas hanno riscontrato la presenza di nitriti e nitrati, sostanze dannose per la salute vietate dalla normativa.
Uno dei dettagli più inquietanti emersi dalle intercettazioni riguarda i valori di ascorbati e citrati riscontrati nei prodotti ittici adulterati. In una conversazione tra Guariniello e Cornacchia si parla di valori di 4.000 o 5.000 mg/kg, molto al di sopra del limite legale di 300 ppm stabilito dalla norma EFSA. Guariniello stessa commenta sorpresa: “No, ma c’è uno che ha 5.880! Una cosa del genere proprio numeri alti eh però io non capisco così tanta disparità”.
Gli investigatori hanno inoltre notato riferimenti a due tirocinanti che avrebbero presto iniziato a lavorare presso l’Ittica Zu Pietro di Bisceglie. Guariniello fa riferimento a delle “regole d’ingaggio” e sottolinea che inizialmente le ragazze non devono sapere nulla delle pratiche illecite: “Poi vi darò delle regole d’ingaggio perché chiaramente all’inizio loronon dovranno sapere niente di quello che si fa. Parlate tra di voi eh, ma loro non devono capire. Tante cose loro non le devono capire. Finché non si capisce se queste staranno definitivamente o meno, gli inganni non devono sapere”.
Questa situazione, emersa dalle intercettazioni, evidenzia la volontà di nascondere le pratiche illecite alle persone coinvolte, compresi i tirocinanti, creando un quadro ancora più preoccupante.
Le indagini svolte dai pubblici ministeri hanno messo in luce una rete complessa di frode nell’esercizio del commercio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e associazione per delinquere finalizzata all’adulterazione di sostanze alimentari.