Vittoria giudiziaria dopo due anni di coma: Nica Chisena ottiene il diritto alle cure all’estero

Nel corso del 2020, una terribile svolta ha portato Domenica Chisena, conosciuta affettuosamente come Nica, a cadere in coma. A soli 39 anni, la sua lotta per la sopravvivenza e la battaglia legale per ottenere il rimborso delle spese mediche si trasformano oggi in un regalo per pazienti simili a lei e per i loro cari. Grazie a una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, Nica Chisena ha ottenuto un importante riconoscimento: il diritto di curarsi all’estero.
Il suo compagno, Danilo Zanni, che è diventato il suo amministratore di sostegno, ha presentato il ricorso che ha portato a questa significativa decisione. Da oggi in poi, le autorità sanitarie locali, in particolare l’ASL di Taranto, non potranno più nascondersi dietro reticenze e silenzi di fronte a situazioni come quella di Nica. La sentenza del TAR, emessa lo scorso febbraio e diventata definitiva solo pochi giorni fa, ha annullato la decisione dell’ASL di Taranto che, il 30 aprile 2021, aveva negato il rimborso delle spese sanitarie per il ricovero di Nica Chisena nel centro medico “O. Landeskrankenhaus Hochzirl-Natters” in Austria. Il punto centrale della sentenza, elaborata dagli avvocati Massimino Crisci e Pietro D’Alfonso, si riassume in due parole: “deficit motivazionale”.
Nonostante i miglioramenti evidenti delle condizioni neuro-fisiche della paziente dopo il trattamento in Austria e i pareri favorevoli dei medici italiani, che consigliavano espressamente il ricovero all’estero, l’ASL ha scelto di non motivare adeguatamente il suo diniego. Invece di assumersi la responsabilità di firmare la richiesta di rimborso per le cure effettuate all’estero, l’ASL ha preferito evitare ogni possibile interlocuzione, optando per un generico veto sulle strutture estere. Mentre l’ASL di Taranto rimaneva in silenzio senza prendere alcuna decisione, Nica si è recata ugualmente in Austria, sostenuta dal crowdfunding organizzato dai suoi familiari, amici e da coloro che si sono appassionati alla sua storia.

Durante i sette mesi di cure all’estero, è stata in grado di evitare un’ulteriore e rischiosa operazione grazie a una valvola che regola il drenaggio del liquido cerebrospinale in eccesso, normalizzando così il suo ritmo sonno-veglia. La vittoria di Nica Chisena non riguarda soltanto il diritto al rimborso delle spese mediche, ma rappresenta un importante principio: quando un malato chiede aiuto e richiede risorse economiche per curarsi in un luogo dove gli è più congeniale.
