Decreto PA: tutte le novità sui concorsi pubblici. Niente prova orale fino al 2026

Decreto PA: tutte le novità sui concorsi pubblici. Niente prova orale fino al 2026 Il Governo ha ottenuto la fiducia dall’Aula della Camera sulla conversione in legge del Decreto sulla Pubblica amministrazione: 203 i voti favorevoli, 134 i contrari, 3 le astensioni. Con il nuovo Decreto PA n. 44/2023 approvato il 7 giugno alla Camera, “disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa della PA“, passa all’esame del Senato entro il 30 giugno prossimo.
L’obiettivo è bloccare le procedure di reclutamento, velocizzare i tempi delle procedure e digitalizzarle, tramite il portale “inPA” attraverso il quale si gestiscono i bandi cogliendo gli obiettivi di cui al PNRR, sburocratizzare l’iter di selezione dei concorsi pubblici, ma anche di rendere più ‘appetibili’ questi ultimi.
Per velocizzare lo svolgimento delle procedure fino al 31 dicembre 2026, infatti, non ci sarà più la prova orale nei bandi di concorso per i profili non apicali. Per essere assunti, quindi, sarà sufficiente superare la sola prova scritta. Sul testo fondamentale per l’attuazione del PNRR, il Governo è apparso intenzionato a porre il voto di fiducia.
Prova orale non più obbligatoria
Cosa cambierà con gli emendamenti al decreto PA? Lo scopo è velocizzare i tempi di assunzione nelle pubbliche amministrazioni, portandoli in totale a 6 mesi per incentivare a trovare nuovi possibili candidati, dopo il calo di domande di iscrizione degli ultimi tempi.
La prova orale non sarà più obbligatoria fino alla fine del 2026, data di scadenza di tutti i progetti legati al PNRR. Per i profili non apicali, sarà sufficiente lo svolgimento della mera prova scritta.
I singoli candidati e le singole candidate dovranno indicare inoltre la Regione nella quale vorranno essere assunti, in caso di superamento della selezione. Si tratta di concorsi con divisioni su base territoriale, i candidati potranno sostenere le fasi di selezione per provare ad essere assunti esclusivamente:
- in un ruolo;
- in un solo “ambito territoriale” (una sola Regione o città).
Per questa via l’interessato dovrà scegliere al contempo non soltanto l’incarico che vorrà ricoprire, ma anche in quale Regione o in quale Comune – in base ai dettagli di cui al singolo bando – vuole effettuare domanda. Non sarà dunque possibile presentare domanda anche per altri territori. Saranno tuttavia ammessi possibili ‘slittamenti’ tra Regioni confinanti, nei casi in cui in una non vi siano abbastanza idonei e nell’altra invece ve ne siano in numero eccessivo rispetto ai posti liberi.
Decreto PA: tutte le novità sui concorsi pubblici. Niente prova orale fino al 2026
Ancora, per i candidati cosiddetti ‘idonei’ dopo le prove vi sono altre novità. Saranno infatti considerati tali:
- non più tutti quelli che conseguono un determinato punteggio di cui al singolo bando,
- ma quelli che sono inclusi in una fascia ad hoc, vale a dire il 20% dei posti dopo l’ultimo degli assegnati.
L’aggiornamento intende conferire il maggior rilievo al piazzamento in graduatoria finale concorsi pubblici, e consentirà al contempo di velocizzare ulteriormente le procedure, ovvero uno degli obiettivi legati all’attuazione del PNRR.
Infine in ogni selezione pubblica ci sarà una quota riservata a chi ha svolto il servizio civile universale.
Un altro emendamento al testo della conversione in legge del Decreto PA prevede novità importanti anche per i cittadini e le cittadine più giovani, che intendono intraprendere una carriera nella pubblica amministrazione.
Fino al 31 dicembre 2026, data di scadenza per l’attuazione del PNRR, gli enti pubblici potranno assumere dipendenti a tempo determinato di apprendistato o di formazione e lavoro, nel limite del 10 per cento delle facoltà di assunzione.
Le amministrazioni, dunque, potranno impiegare con apprendistato di massimo 3 anni giovani laureati individuati su base territoriale tramite gli apposti avvisi pubblicati nel portale del reclutamento inPA.
Inoltre, avranno la possibilità di stipulare convenzioni con le università per individuare, sempre tramite il portale istituzionale, degli studenti con meno di 24 anni che abbiano concluso gli esami previsti dal piano di studi da assumere a tempo determinato con contratto di formazione e lavoro.
Criteri e modalità di reclutamento saranno poi determinanti da un apposito decreto.
Il personale assunto con queste tipologie di contratto sarà inquadrato nell’area dei funzionari. Alla scadenza dei contratti, in presenza dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego e della valutazione positiva sull’attività svolta, il rapporto di lavoro si trasformerà in rapporto a tempo indeterminato, sempre nei limiti delle facoltà assunzionali.
