Rinvenuta una preziosa statuetta a largo di Vieste

Dopo un’attenta ricerca, una preziosa scoperta ha riemerso dalle profondità marine tra le mani del sommozzatore Michele Abatantuono: una statua in pietra alta 35 centimetri di origine e datazione sconosciute. Oscar Carrara, coordinatore del gruppo locale delle Giacche Verdi di Vieste, non poteva trattenere la sua emozione mentre riemergeva a bordo di una barca: “È incredibile”.
La statua era stata individuata tempo fa sul fondale, immersa nel fango a una profondità di 15 metri, ma a causa delle avverse condizioni meteo marine il recupero era stato rimandato. Sabato pomeriggio, intorno alle 14:30, finalmente è stata riportata alla luce. “Il recupero è stato arduo”, racconta Carrara, “non è stato semplice trovarla tra il fango”.
Il gruppo delle Giacche Verdi di Vieste ha trascorso 4 o 5 ore nelle acque dietro il faro dello scoglio di Santa Eufemia. Proprio in quella zona, durante una precedente operazione di pulizia dei fondali marini, avevano fatto un’altra sorprendente scoperta. “Circa un mese fa abbiamo recuperato un’anfora risalente al III secolo avanti Cristo, che probabilmente conteneva olio e vino. È stata catalogata e inviata alla Soprintendenza, e penso che ora sia a Verona per il restauro”, riferisce Carrara, il coordinatore dei volontari.
Il gruppo si dedica all’opera di bonifica ambientale in mare, sulla spiaggia e in generale sul territorio. “Abbiamo rimosso una trentina di copertoni, quindi c’era parecchia sporcizia da quel lato”, racconta Carrara. Mentre spostavano ruote e rifiuti, hanno trovato il prezioso reperto. Al momento del recupero, erano presenti tre persone: Carrara stesso, Michele Abatantuono, soprannominato ‘Tarzan’ in quelle zone, sommozzatore delle Giacche Verdi di Vieste che aveva precedentemente riportato alla luce anche l’anfora, e Michele Lopriore, vice presidente delle Giacche Verdi.
La statua è stata consegnata la sera stessa al Comando di Polizia Locale di Vieste, dove il rinvenimento è stato denunciato alle autorità competenti dai volontari dell’associazione.
Al momento, è difficile stabilire con certezza la datazione del reperto. “Non sono un esperto”, dice Carrara, “ma ho l’impressione che possa trattarsi di una statuetta bizantina”. Guardando il copricapo e la sfera nella mano della statua, Carrara immagina “una dea che tiene il mondo”.
La statua ricorda la raffigurazione della Vergine Nera di Montserrat, che anch’essa tiene l’universo tra le mani. Ed è proprio a una Madonna che Carrara ha fatto riferimento quando il reperto è stato riportato in superficie. Una cosa è certa: è molto bella.
E con gli occhi ancora pieni di meraviglia, Oscar Carrara continua ad entus