Legambiente critica su AIA a ex ILVA
L’associazione ambientalista Legambiente ha presentato una serie di osservazioni critiche riguardo alla richiesta di rilascio della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per lo stabilimento siderurgico di Taranto. Secondo l’associazione, la proposta attuale è vecchia, inadeguata e inaccettabile, poiché si limita a un adeguamento dei processi produttivi esistenti anziché affrontare questioni fondamentali legate alla riconversione del ciclo produttivo e alla riduzione delle emissioni.
Una delle principali preoccupazioni di Legambiente riguarda l’impatto sanitario dell’impianto siderurgico. L’associazione nel suo comunicato stampa chiede che venga condotta una valutazione completa dell’impatto sulla salute, inclusa un’analisi delle concentrazioni di benzene e di altri inquinanti tossici provenienti dallo stabilimento. In mancanza di tale valutazione, Legambiente propone di ridurre la produzione autorizzata a soli 3 milioni di tonnellate all’anno.
Legambiente sottolinea anche la necessità di introdurre prescrizioni specifiche per abbattere i picchi di benzene e mantenere una media annua accettabile. Inoltre, l’associazione propone di avviare immediatamente la riconversione del ciclo produttivo utilizzando forni elettrici e tecnologia DRI, nonché di avviare un progetto sperimentale per l’utilizzo dell’idrogeno. Al contempo, Legambiente si oppone al rifacimento dell’altoforno n. 5 e delle cokerie, ritenendo che tali interventi non siano compatibili con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Critiche poi sono state rivolte anche riguardo la vecchia AIA, sottolineando che non è stata ancora completata la valutazione dell’impatto sanitario relativa all’attuale capacità produttiva autorizzata. L’associazione ritiene che tale valutazione sia una priorità assoluta e sostiene che non si dovrebbe procedere con il rifacimento dell’altoforno n. 5 e delle batterie delle cokerie senza aver prima completato tutte le prescrizioni previste dall’AIA attuale.
Un altro aspetto rilevante sollevato da Legambiente riguarda le emissioni di benzene, una sostanza classificata come cancerogena. L’associazione ritiene inaccettabile che la riduzione delle emissioni proposta dal gestore dello stabilimento sia così minima rispetto al flusso totale di massa di benzene. Pertanto, Legambiente richiede l’individuazione e l’attuazione di misure per abbattere le emissioni di benzene sia a livello annuale, seguendo gli standard più severi adottati da altri paesi, sia a breve termine, per limitare l’esposizione alla sostanza.