Covid: Le morti sospette per infarto

La videointervista all’esperto infettivologo Pier Luigi Garavelli con una analisi approfondita sulle morti per infarti nel contesto post-Covid
In Puglia, dall’ultimo dato in nostro possesso, ci sono stati 1.639.126 contagiati, mentre le sono state ad oggi 9786 persone decedute. Questo dato si riferisce unicamente apersone che hanno contratto il Covid e le morti accertate per questo virus.
Non sono contemplate quelle relative ad aumenti di infarti soprattutto in una fascia d’età che va dai 40 ai 60, sui quali chi sono molti dubbi relative alle conseguenze dei vaccini.
Il Covid: Cosa rimane e i misteriosi decessi per attacchi cardiaci in corso
Pier Luigi Garavelli è un rinomato infettivologo italiano, noto per il suo lavoro nell’affrontare le malattie infettive, in particolare durante la pandemia da Covid-19.

Attualmente, ricopre la posizione di Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive presso l‘Azienda Ospedaliero Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, ma oramai è prossimo alla pensione.
Garavelli ha acquisito una vasta esperienza nel campo delle malattie infettive grazie alla sua lunga carriera dedicata alla cura e alla prevenzione di queste patologie.
Durante la pandemia da Covid-19, si è distinto per il suo ruolo attivo nella gestione e nella comprensione della malattia, nonché per aver difeso apertamente le sue convinzioni e le sue opinioni anche quando erano controcorrente.
La sua onestà e la sua determinazione nel condividere la verità scientifica hanno fatto di Garavelli una figura rispettata nel campo medico.
Nonostante le difficoltà e le critiche che ha affrontato, ha mantenuto la sua integrità e ha continuato a perseguire la sua missione di fornire cure di alta qualità e informazioni accurate nel settore delle malattie infettive.
Le conseguenze del Covid e le morti sospette per infarti che si verificano
La sua esperienza e le sue competenze nel campo dell’infettivologia lo hanno reso una voce autorevole nella lotta contro il Covid-19 e nella gestione delle malattie infettive in generale.
Grazie alla sua conoscenza approfondita e alla sua dedizione alla scienza, Garavelli ha contribuito significativamente alla comprensione e alla gestione della pandemia, offrendo consulenze preziose e informazioni chiare al pubblico e alla comunità medica.
La sua figura è stata fonte di ispirazione per molti colleghi e professionisti nel settore sanitario, e la sua integrità e la sua passione per il suo lavoro gli hanno guadagnato grande rispetto e ammirazione.
Pier Luigi Garavelli rappresenta un esempio di eccellenza medica e scientifica, contribuendo in modo significativo alla lotta contro le malattie infettive e alla promozione della salute pubblica.
Ciò che resta del Covid e le inquietanti morti per problemi cardiaci che si stanno verificando
Pier Luigi Garavelli è stato ospite frequente della nostra testata nel corso degli anni, e durante questo periodo è nata una solida amicizia tra noi.
La sua partecipazione ci ha permesso di approfondire molte tematiche legate alle malattie infettive, in particolare durante la pandemia da Covid-19, grazie alla sua competenza e alla sua esperienza nel campo dell’infettivologia.
Il lascito del Covid e le morti misteriose a causa di infarti in corso
Durante l’intervista con il Dr. Pier Luigi Garavelli, uno dei punti salienti riguarda la preoccupante tendenza degli infarti improvvisi che colpiscono persone nella fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni.
Questa anomalia è stata osservata durante la pandemia da Covid-19 e ha sollevato interrogativi sul possibile legame tra il virus e l’aumento dei casi di infarto in questa specifica fascia di età.
Il Dr. Garavelli, con la sua vasta esperienza in campo infettivologico, offre una prospettiva approfondita su questo fenomeno preoccupante.
Pur riconoscendo che la correlazione esatta tra Covid-19 e infarti improvvisi richiede ulteriori studi e ricerche, sottolinea che i dati statistici indicano un innalzamento della mortalità cardio-circolatoria tra le persone di mezza età.
Il Covid: Cosa è rimasto e i decessi inusuali per attacchi di cuore che si stanno verificando
L’incremento dei casi di infarto in questa fascia di età rappresenta un motivo di grande preoccupazione, poiché si tratta di individui relativamente giovani e apparentemente sani.
Mentre la causa precisa di tali infarti rimane ancora oggetto di studio, l’attenzione è rivolta verso il possibile coinvolgimento del Covid-19 come fattore scatenante o contributivo.
È importante sottolineare che l’infarto improvviso è un evento grave e potenzialmente letale, richiedendo un’indagine accurata per comprendere meglio le sue cause.
Pertanto, è necessario condurre ulteriori ricerche scientifiche per stabilire un collegamento definitivo tra il Covid-19 e questi infarti.
Inoltre, l’articolo mette in luce la figura dell’eroe dimenticato, il Dr. Giuseppe De Donno.
Nonostante le controversie che hanno circondato la sua figura, De Donno ha svolto un ruolo significativo nella lotta contro il Covid-19, introducendo l’utilizzo dell’immunoprofilassi a base di plasma iperimmune per trattare i pazienti affetti dalla malattia.
La sua dedizione e il suo impegno nel salvare vite umane in un momento così critico meritano riconoscimento e gratitudine.
Alla luce di ciò, l’articolo sottolinea la necessità di approfondire la comprensione dei legami tra il Covid-19 e gli infarti improvvisi nelle persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni.
Tale ricerca è essenziale per adottare misure preventive e terapeutiche mirate a ridurre il rischio di eventi cardiaci in questa fascia di popolazione.
Infine, il dott. Garavelli alla domanda “Dovendo fare un monumento ad un eroe di tutto il periodo del Covid”, non ha un attimo di esitazione: “Al dott. Giuseppe De Donno ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova diventato noto per aver introdotto le trasfusioni di plasma iperimmune come terapia per il Covid-19“

Questa controversa terapia consisteva nell’infondere il sangue di pazienti guariti dal coronavirus, opportunamente trattato, in altri pazienti infetti.
La sua iniziativasuscitò dibattiti all’interno della comunità scientifica.
De Donno si suicidò. Le cause sono ancora sconosciute e non è possibile confermare una ipotesi che si fece largo: l’istigazione al suicidio.
Concludendo l’intervista, invitiamo tutti i lettori a guardare l’esclusiva video intervista con il dott. Pier Luigi Garavelli su Puglia Press.
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