Vino pugliese in crisi: la colpa è della guerra in Ucraina e dei consumatori poveri. Produttori in rivolta contro la Regione e l’Europa

Vino pugliese in crisi: la colpa è della guerra in Ucraina e dei consumatori poveri. Produttori in rivolta contro la Regione e l’Europa. Ci sono 7 milioni di ettolitri di vino fermi nelle cantine pugliesi a causa del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei. Questo è dovuto alla guerra in Ucraina e alla riduzione del potere d’acquisto dei consumatori. Queste informazioni emergono dall’analisi sulla base dei dati del report Cantina Italia dell’ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole.
Per questo motivo è stata inviata una lettera all’Assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, in cui si chiedono misure specifiche sia di livello regionale che nazionale e comunitario. Queste misure dovrebbero essere concordate con l’intera rappresentanza della filiera e dare seguito alla pianificazione e alla regolamentazione di nuovi impianti con scelte varietali coerenti alle vocazioni dei territori e alle potenzialità commerciali. Inoltre, si chiede il via al catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia.
Vino pugliese in crisi: la colpa è della guerra in Ucraina e dei consumatori poveri. Produttori in rivolta contro la Regione e l’Europa
Sono necessarie misure per il riequilibrio del mercato, come l’attivazione dello schedario vitivinicolo, quale strumento fondamentale conoscitivo delle produzioni regionali. Si chiede anche l’applicazione degli strumenti di gestione delle DO/IG quali la riduzione delle rese per ettaro delle produzioni a IGP della nostra Regione, l’eliminazione delle deroghe produttive per i vini comuni sopra le 30 Tn e la valutazione della fattibilità di ipotesi di sospensione della concessione delle autorizzazioni per nuovi impianti. Inoltre, si chiede l’applicazione di una misura di distillazione per alleggerire le attuali giacenze di magazzino e una possibile verifica di una misura per lo stoccaggio.
La contrazione dei volumi di vendita sia sul mercato interno che su quelli esteri, la permanenza di prezzi di commercializzazione dei vini sfusi piuttosto bassi a fronte del considerevole incremento dei costi di produzione sta riducendo considerevolmente i margini aziendali. Questo comporta il serio rischio non solo di mettere in difficoltà le imprese ma anche di avere una forte ripercussione negativa sui produttori e sulle sorti della prossima campagna vendemmiale.