Chiedono e ottengono il reddito di cittadinanza ma non ne avevano diritto

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Taranto ha condotto nelle ultime settimane una serie di controlli volti a verificare la corretta percezione del “Reddito di cittadinanza”. Gli accertamenti sono stati mirati su specifici “target” selezionati sulla base di analisi di rischio e indagini condotte in collaborazione con il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma e l’INPS.
A seguito delle indagini, che hanno incluso la consultazione delle banche dati e l’analisi delle informazioni raccolte, la Guardia di Finanza ha segnalato alla Procura della Repubblica di Taranto 47 soggetti sospettati di aver percepito il “Reddito di cittadinanza” in modo illecito, per un importo totale di oltre 330 mila euro.
I beneficiari individuati avrebbero attestato falsamente il possesso dei requisiti richiesti dalla normativa o avrebbero omesso di dichiarare informazioni necessarie. Durante i controlli, i finanzieri hanno accertato che i beneficiari non soddisfacevano il requisito di cittadinanza e avevano fornito informazioni false sulla composizione dei nuclei familiari conviventi.
Inoltre, è stata avanzata una richiesta di sequestro di beni alla Procura della Repubblica di Taranto per un importo corrispondente alle somme indebitamente percepite.
L’Autorità Giudiziaria competente ha avviato immediatamente ulteriori approfondimenti per verificare le responsabilità penali ipotizzate e la possibilità di sequestrare le somme indebitamente ottenute.
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Taranto si concentrano ora sull’individuazione di eventuali organizzazioni criminali coinvolte nell’ottenimento illecito di tali benefici.
Si ricorda che, in base al principio di “presunzione di innocenza”, la responsabilità delle persone indagate sarà stabilita definitivamente solo con una sentenza di condanna irrevocabile.
I risultati ottenuti dimostrano ancora una volta l’impegno della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Taranto nella tutela della spesa pubblica, in particolare per quanto riguarda le misure assistenziali e di sostegno al reddito, l’accesso indebito alle quali mina la coesione sociale e genera ingiustizie.