L’equo compenso è finalmente realtà, via libera dalla Camera

L’equo compenso è finalmente realtà. Via libera dalla Camera La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo alla proposta di legge sull’equo compenso, la proposta di Fdi-Lega per una retribuzione minima di tutti gli autonomi. Gli Ordini inoltre potranno sanzionare l’iscritto che accetta prestazioni al ribasso sull’equo compenso.
Una norma che ha l’intento di riconoscere e tutelare la qualità e la quantità del lavoro svolto dai liberi professionisti nei confronti dei cosiddetti contraenti forti.
L’equo compenso è finalmente realtà. Via libera dalla Camera
Il testo Meloni-Morrone riprende quasi integralmente l’articolato che aveva ottenuto il via libera nella precedente legislatura, sia in aula alla Camera, a novembre 2021, che in commissione Giustizia al Senato: saltò per un soffio, con la caduta del governo Draghi, il solo passaggio finale nell’emiciclo di Palazzo Madama, nonostante l’impegno profuso da Sisto fino all’ultimo giorno del tempo supplementare. Non si tratta, com’è noto, della prima disciplina sull’equo compenso dei professionisti: la legge base, assorbita opportunamente nel nuovo articolato, risale al 2017, quando fu inserita nel decreto fiscale e nella legge di Bilancio per il 2018, in seguito alla battaglia condotta dal Consiglio nazionale forense e dall’allora guardasigilli Andrea Orlando. Alcuni limiti applicativi di quella prima architettura emersero nel giro di pochi mesi, per via delle violazioni consumate sia dalla pubblica amministrazione che dai committenti privati (banche, assicurazioni e grandi imprese).
L’ok definitivo arriva in capo a un iter piuttosto movimentato, per la materia dei compensi professionali.
Provvedimento, firmato da Giorgia Meloni e dal deputato del Carroccio Jacopo Morrone. Ma trattasi di un obiettivo condiviso da tutto il centrodestra, inclusa Forza Italia, che ha ricordato che si tratta di una «sfida al mercatismo selvaggio che mortifica le libere professioni».
L’equo compenso è finalmente realtà. Via libera dalla Camera
L’equo compenso riconosce a tutti gli autonomi il diritto a una remunerazione equa, adeguata alla qualità e alla quantità del lavoro svolto. La legge si applica a tutti i professionisti, sia quelli iscritti a un Ordine, che quelli appartenenti alle professioni non regolamentate (tra questi, ad esempio, gli amministratori di condominio, i tributaristi e i revisori legali). I primi per determinare un compenso equo faranno riferimento ai parametri indicati nei decreti ministeriali per ogni singola categoria, i non ordinistici dovranno attendere la messa a punto di valori di riferimento per la prima volta, operazione che la legge affida all’ex ministero dello Sviluppo economico (ora delle Imprese e del made in Italy). Ma solo gli avvocati potranno contare da subito su parametri appena aggiornati (in vigore da ottobre scorso). Le altre categorie hanno valori vetusti (alcuni anche di dieci anni fa) che tra l’altro non tengono conto di nuove competenze. Subito dopo l’approvazione quindi dovrà partire un grande lavoro di riscrittura e aggiornamento dei parametri, affidato agli Ordini e ai ministeri vigilanti. La revisione poi sarà biennale.
L’equo compenso è finalmente realtà. via libera dalla Camera
Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni: “Una legge attesa da anni che ho voluto riproporre a inizio legislatura e di cui sono orgogliosamente prima firmataria insieme al collega Morrone – aggiunge -. Ringrazio tutti i deputati e i senatori per questo importante traguardo raggiunto volto a restituire dignità e giustizia a tanti professionisti a cui per troppo tempo sono state imposte condizioni economicamente inique“.
L’approvazione della legge sull’equo compenso è un risultato fortissimamente voluto dal governo, da Forza Italia e dall’intero centrodestra. Una vittoria che, da oggi, rende il Paese più inclusivo e civile”. Lo dichiara il viceministro alla Giustizia e senatore di Forza Italia Francesco Paolo Sisto. “Un mercato in cui esistono scappatoie per non riconoscere il pieno valore economico di una prestazione professionale è un mercato iniquo e squilibrato. Era dunque doveroso intervenire con uno strumento normativo che mettesse ordine nella giungla dei patti leonini e dello sbilanciamento a favore dei grandi committenti, garantendo in particolare i professionisti più giovani. Lo abbiamo fatto, con tenacia e passione , a tutela di un intero settore e dei cittadini“.
L’equo compenso è finalmente realtà. via libera dalla Camera
Il testo è stato approvato con 213 voti a favore, nessun contrario, e 59 astenuti: i deputati del Pd. Il testo impone alle imprese bancarie e assicurative (e loro controllate e mandatarie) ed alle aziende con più di 50 dipendenti, o con un fatturato di oltre 10 milioni, di versare al professionista a cui affidano incarichi un compenso equo.
