Laviolenzanoncura – Operatori sanitari e socio-sanitari in prima linea tra minacce e aggressioni

Laviolenzanoncura – Operatori sanitari e socio-sanitari in prima linea tra minacce e aggressioni. Ti sarà capitato di non star bene e di aver necessità di cure, in prima linea troverai sempre gli Operatori sanitari è socio-sanitari, si saranno sempre li anche con i tagli alle spese ospedaliere, i turni massacranti e l’elevata mole di lavoro mentale per la pochezza del personale.
ministro della Salute Orazio Schillaci
“Il numero di episodi di aggressione a danno degli operatori sanitari è pericolosamente in crescita. Si tratta di un grave problema culturale che va fermato per questo stiamo avviando una campagna di sensibilizzazione e abbiamo aumentato, in collaborazione con ministero dell’Interno, il numero di presidi di polizia presso i presidi ospedalieri”.

La rabbia non aiuta certamente le cure, anzi crea nuove malattie. La violenza non ti farà stare meglio, un medico, un infermiere o un operatore sì. La violenza non aiuta mai, serve però riportare il paziente a comprendere che chi sta lavorando deve purtroppo far i conti con chi gestisce, gli stessi che non sono presenti in prima linea e che sono seduti comodamente tagliano qui e tagliano lì.
In Puglia già dal 2017 la Cisl aveva acceso un campanello d’allarme “troppe le difficoltà per i tagli alla Sanità”, la situazione peggiora sempre più e La violenza non aiuta mai, serve però capire dove e come poter risolvere il problema.
Il Def 2022 conferma i tagli alla Sanità Pubblica: circa tre miliardi di euro in meno nei prossimi tre anni. le Regioni del Sud, da sempre penalizzate dai criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale sono sempre e maggiormente bisognose di personale in tutte le strutture.
Chiudere i reparti, accorparli in altri luoghi o semplicemente abbandonare le strutture esistenti per nuovi ospedali, non è forse la soluzione migliore.. ma è quella ritenuta più semplice da chi non è in prima linea, la stessa che poi realmente si interfaccia con la rabbia, la delusione e l’angoscia del paziente che riversa sulle uniche figure che sono lì per lui ma con la mannaia dei tagli.