Manifestazione contro immunità penale a Taranto: è polemica sulla presenza di Turco

a cura di Claudio Leone
Non sono mancate le polemiche alla manifestazione organizzata sabato dai Genitori Tarantini per chiedere al Presidente della Repubblica Mattarella di non promulgare il nuovo decreto salva Ilva.
Massimo Castellana, portavoce dei Genitori Tarantini, ha dichiarato dal palco “cazzo, ci sono persone che erano al governo solo due anni fa… oggi si trovano all’opposizione e si scagliano con chi ha scelto la stessa strada, oggi immorale ieri necessaria”.
Il riferimento è chiaro, è alla politica che per anni ha ingannato quei cittadini dicendo di volere la chiusura dell’acciaieria e che non ha mosso un dito quando ha avuto il potere per farlo, ma che ha abusato di questa manifestazione per la propria personale propaganda. È lecito ipotizzare che Castellana si riferisse al senatore Mario Turco, vice Conte e big del M5S, intento a rilasciare interviste dalla piazza durante la manifestazione, ma perché proprio lui?
Il senatore Turco, dopo una campagna elettorale da supereroe pronto ad abbattere il mostro d’acciaio, durante gli anni da sottosegretario del Presidente Conte non ha evidentemente mantenuto la promessa di chiudere la fabbrica, e questo non è stato dimenticato da chi aveva creduto alle sue parole. Pesanti critiche anche al sindaco Rinaldo Melucci e alla sua amministrazione per l’assenza dalla manifestazione. Certo, era impensabile che dopo gli incontri romani col ministro Urso, con tanto di stretta di mano per i fotografi, Melucci potesse partecipare ad una manifestazione contraria al governo, con cui sta condividendo le strategie per il futuro dell’acciaieria.
A leggere dal palco la lettera inviata a Mattarella è il prof. Marescotti, storico ambientalista tarantino, che fatica a trattenere le lacrime quando parla delle statistiche dei malati nella città dei due mari e delle due diagnosi di tumore al giorno. La richiesta della piazza è di non reintrodurre l’immunità penale, che impedirebbe alla magistratura di sequestrare gli impianti, ed è chiaro che la magistratura sia l’unica speranza rimasta a questi cittadini, ormai traditi dai falsi ambientalisti e totalmente sfiduciati dalla politica.