Cara Paola Egonu

Cara Paola Egonu. Colei che ha denunciato nell’intervista a ‘Vanità Fair‘, invocando addirittura l’apocalisse (testuale: “Mondo di m. Spero che arrivi l’Apocalisse”). Una donna che non vuol far vivere a suo figlio “tutto lo schifo che ho vissuto io”. Nelle sue profonde riflessioni e dubbi lei si chiede se “vale la pena far nascere bambini e condannarli all’infelicità”. Forse lo trovo offensivo nei confronti di tutte quelle mamme che, proprio ora, in questo momento, stanno mettendo al mondo figli in una situazione almeno tanto difficile come la sua. Magari sotto le bombe in Ucraina o in un villaggio sperduto dell’Africa o anche soltanto in un quartiere della periferia di Italiano dove non si arriva a fine mese.
Capisco che per lei sia più dura che per tutti gli altri per via della pelle nera. Ma le assicuro, per riferirmi ai gravi episodi di razzismo denunciati nella sua intervista, che anche a me è capitato di ricevere un caffè freddo al bar e persino di rimanere chiuso fuori dalla banca, pur essendo colpevolmente bianco.
“lo schifo” da lei vissuto nei suoi primi 24 anni:
- a 14 anni è entrata nel Club Italia-a 15 anni ha avuto la cittadinanza italiana e la serie A2;
- a 16 anni la serie A1 e la nazionale italiana-a 18 anni è stata premiata come miglior giocatrice italiana;
- a 19 anni come miglior giocatrice europea;
- a 21 anni ha lavorato in un film della Disney;
- a 22 anni ha presentato ‘Le Iene’ in prima serata TV ed è stata portabandiera olimpica;
- a 24 anni sale sul palco di Sanremo.
Ha vinto due scudetti, due Champions League, cinque Coppe Italia, quattro Supercoppe, un Campionato Mondiale di Club, un oro alla Nation League, un oro agli Europei, un bronzo e un argento ai Mondiali ed è stata nominata Cavaliere della Repubblica. Per essere uno “schifo” non c’è male.
Per carità tutto meritato, tutto conquistato. Siccome studia psicologia, sa perfettamente l’effetto che possono dare le sue parole sulle persone meno fortunate o meno dotate di lei. Il rispetto anche per questo nostro mondo, prima di invocare l’apocalisse lo deve ai nostri vecchi.. Questo mondo lo hanno costruito con il loro sudore, e fa male vederlo disprezzato così da lei.
Mio padre, per esempio, ha cominciato a lavorare a 6 anni, ha faticato fino a 80, si è spaccato la schiena, ha costruito case, piantato alberi e vigne, non si è fermato mai. Eppur non l’ho mai sentito dire che la vita era uno schifo. Mai.
La Differenza, non il colore della pelle, mi creda.