Pietà popolare: al Carmine di Taranto
Pietà popolare: al Carmine di Taranto. “Facies Passionis” da Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. 14 simulacri di quattro regioni del Sud
Sarà inaugurata mercoledì 8 febbraio la quarta edizione della mostra “Facies Passionis” , i volti della Passione, e per cinque giorni (sino al 12) l’antica chiesa parrocchiale di Maria SS. del Monte Carmelo, in pieno centro cittadino, sarà chiusa al culto per ospitare i simulacri della Passione di Gesù Cristo.
Una meravigliosa innovazione che vuole testimoniare – al tempo stesso – la bellezza delle statue della pietà popolare e la devozione del popolo verso queste antiche tradizioni; nonché lo spirito di fratellanza fra le tante confraternite che , specie al Sud d’Italia, fanno vivere con lunghe e solenni processioni le antiche tradizioni della pietà popolare.
Pietà popolare: al Carmine di Taranto
Ad illustrare i contenuti dell’avvenimento in programma sono stati il priore dell’Arciconfraternita del Carmine, grand’uff. Antonello Papalia, insieme al padre spirituale della stessa, mons. Marco Gerardo.
La quarta edizione riprende dopo la sospensione dovuta alla pandemia, ma si allarga sempre più ospitando le statue di 14 confraternite provenienti da tutta la Puglia, dalla Basilicata, dalla Calabria e dalla Sicilia.
Non sempre le statue sono di proprietà di confraternite, ma a volte di famiglie che li prestano alle confraternite in occasione delle processioni pasquali, o anche di proprietà dei “ceti”, l’antica denominazione – tipicamente siciliana – di antichissime confraternite nate come “sindacato” di artigiani, contadini, commercianti. Come gli spagnoli “bastaixos” , la cooperativa degli scaricatori di porto di Barcellona (termine probabilmente tradotto in italiano in “vastasi”, gente volgare in senso lato) che nel ‘300 costruirono con infinita devozione la cattedrale di Santa Maria del Mare.
E dalla Sicilia, da Trapani, ci viene la prima statua della Passione del “Ceto degli Ortolani” (che, non a caso, mostreranno un Gesù all’orto). Seguono i simulacri della famiglia Bellizzi-Loseto di Bari; la Confr. di Maria SS. Addolorata di Rossano (Cosenza); della famiglia Abbinante di Valenzano (Ba); della Confr. Opera Pia del Rosario di Carbonara (Ba); Arciconfraternita del Rosario di Torremaggiore (Foggia); Chiesa dell’Immacolata di Montescaglioso (Matera); Famiglia Burdi-Palladino di Ceglie del Campo (Ba); Arciconfraternita di Ss. Maria del Carmine di Taranto; Chiesa di Sant’Agostino di Montescaglioso (Matera); Confraternita di Maria SS. Immacolata di Supersano (Lecce); Confraternita del Carmine di Mottola (Ta); Congrega dei Sette Dolori di Corigliano (Cosenza); e Confraternita Maria SS. Del Carmine di Francavilla Fontana (Brindisi).
Pietà popolare: al Carmine di Taranto
“Anche se le confraternite hanno riti e tradizioni diverse – ha affermato il priore Papalia – uguale è la loro forza di evangelizzazione”. E mons. Gerardo ha ribadito: “Ci accomuna – anche in luoghi lontani e diversi – l’attività di evangelizzazione attraverso la pietà popolare che rappresenta il linguaggio comune della fede”.
Insomma, nei luoghi in cui si esalta la tradizione , si affaccia vincente anche l’innovazione, come questa mostra di simulacri. Basti ricordare ciò che affermò il compositore austriaco August Mahler: “La tradizione non è l’adorazione della cenere, ma è la custodia del fuoco”.