Ippica, i maggiori impianti in Puglia

Nonostante abbia perso un pochino di appeal nei tempi più recenti, l’ippica resta uno degli sport più tradizionali della cultura italiana. Considerata una vera e propria attività sportiva dai tempi delle Olimpiadi Antiche, l’ippica era già molto nota nell’antica Grecia, nell’antica Roma e nell’impero bizantino. Tornando un secondo sulle Olimpiadi Antiche, al termine di quest’ultima ad essere premiata non era l’auriga, bensì il proprietario del cavallo, che molto spesso risultava essere un tiranno. Il tasso d’interesse attorno a questo sport magari non è più sviluppato ed elevato come una volta, ma nel nostro paese, anche se non tanto quanto in Inghilterra ad esempio, viene ancora seguito. A tal proposito, infatti, è recente la notizia secondo cui presto l’ippodromo del galoppo di fronte a San Siro diventerà la Scala dell’Ippi. Questo progetto è segno della volontà di portare avanti una tradizione sportiva iniziata tanto tempo fa.
Per quanto concerne questo tipo di realtà, infatti, ci sono ancora diversi addetti ai lavori che analizzano e studiano i dati, le statistiche e le quote sulle corse di ippica. Se diamo un’occhiata prettamente alle corse al galoppo, vediamo come si utilizzi un cavallo purosangue, che prevalentemente è quello inglese. Quest’ultimo viene montato dal fantino, che si trova in una posizione che lo rende sollevato su una sella piuttosto piccola e per nulla pesante. A differenze delle corse al galoppo, in quelle al trotto si fa ricorso al cavallo trottatore, in questo caso il guidatore, noto anche come driver, siede su un calesse a 2 ruote, che prende il nome di “sulky”. Delle varianti molto meno note rispetto a quelle sopraccitate sono le corse di trotto montato, le corse di trotto per pariglie e le corse all’ambio.
Per allenare e preparare i cavalli a queste gare molto dispendiose serve tanta dedizione, tanto che la fase di preparazione inizia non appena compiono 18 mesi di vita. Dal secondo anno iniziano a gareggiare. Tra le regioni italiane nelle quali l’ppica riveste ancora un ruolo piuttosto rilevante e significativo rientra la Puglia, che anche dal punto di vista degli impianti sportivi in questo senso ha una storia importante. Un esempio pratico è l’Ippodromo Paolo VI di Taranto, che è stato costruito nel 1974 grazie all’idea di Donato Carelli, che a quell’epoca aveva solamente 35 anni. L’imprenditore tarantino diede il via ai lavori nell’area della contrada Terra Rossa, da quel momento in poi ci volle pochissimo tempo per allestire e mettere in piedi l’intera struttura. L’ippodromo venne ufficialmente inaugurato nel 1978, lo stesso anno in cui partì anche il Gran Premio Due Mari. Per quanto concerne le dimensioni dell’impianto, quest’ultimo si estende su una superficie di 260.000 mq. Di questi, 60.000 sono dedicati agli spettatori, 25.000 alla pista da corsa, 14.000 alle scuderie, 10.000 alla pista dove ci si allena e i restanti 151.000 agli altri servizi. Per quanto riguarda la pista da corsa, essa presenta una forma ovale ed è lunga circa 1000 metri.
Un altro grande ed importante impianto di ippica pugliese è l’Ippodromo dei Sauri, che si trova in provincia di Foggia a poche centinaia di metri di distanza da Castelluccio dei Sauri. Quest’impianto si estende su una superficie di 360.000 mq, tanto che è uno dei più importanti e dei più noti dell’intero paese. Inaugurato ufficialmente nel 1995, l’ippodromo in questione è dotato di un gran numero di scuderie e di una pista da corsa lunga 1000 metri. Tra l’altro, c’è anche una tribuna coperta con 1300 posti e altri spazi adibiti a differenti attività. Il grande beneficio per i cavalli è anche dato dalla posizione geografica in cui si trova il suddetto impianto, precisamente in una pianura alle pendici del Subappennino dauno. Qui il clima è fresco e piacevole per tutto l’anno, fattore che permette ai cavalli di allenarsi e di prepararsi senza eccessivi sbalzi di temperatura.