Taranto – Un anno di Taranto calcio in poche parole

Il Taranto c’è. Al suo secondo anno consecutivo in serie C, dopo una sorta di purgatorio in quarta serie, intervallato da un anno da ripescato, finito male. Eppure sono pochi a credere al miracolo di Giove e Capuano. Perché è tutto un conflitto, in questa città, dove nemmeno il Sole può splendere liberamente. Ognuno è libero di pensarla come vuole. Ci mancherebbe. Ma non capiamo il perché di tanto disamore per la squadra di calcio. O meglio, sappiamo che parte della tifoseria, quella organizzata e non, non condivide il modo di operare della attuale dirigenza. Ma questo ci sta. Accade all’Inter, nonostante la grandezza della squadra nerazzurra e gli splendidi risultati degli ultimi anni. Figuriamoci se non può capitare al Taranto, più o meno al decimo posto, su venti contendenti, in serie C. La verità è che non si può accettare di vedere in serie A squadre di piccoli comuni come Empoli e Sassuolo o simili alla città due mari, come Salerno, Bergamo o Verona, senza che si partecipi almeno ad un campionato di serie B, da 30 anni. In questo, il pensiero è condiviso da tutti. Quasi ovvio. Ma, alla fine, per i calciofili che amano questo sport, dovrebbe essere normale seguire la massima espressione calcistica della propria città. Lo scrivente, tanti anni fa, agli albori della passione calcistica, confessa che non conosceva i nomi dei dirigenti di allora. Eppure, c’erano Selvaggi, Iacovone, Gori e tanti altri, a giocare al Salinella. E se si eccettua qualche campionato da media classifica, nella maggior parte dei casi, ci si salvava all’ultima di campionato o addirittura si retrocedeva, per risalire uno o due anni dopo, in serie B. Oggi questo non è possibile, al momento, ma c’è sempre speranza che possa accadere nel futuro. È anche vero che le società di calcio di Taranto hanno subito più di qualche fallimento negli ultimi 30 anni. Forse è proprio questa la paura che assale i tifosi. Noi ci mettiamo anche il fatto che in tv si può ammirare il calcio delle grandi di serie A. Questo è un serio problema perché pensiamo che tanta serie D, abbia prodotto troppi allontanamenti dallo stadio cittadino e troppi giovani abbiano subìto il fascino delle grandi della serie A.
Torniamo a quello che abbiamo in cassa. Tanti giovani di prospettiva ed un allenatore pirotecnico che si sta facendo amare da tutti. Questo è. Andiamo avanti. Auguri a tutti.
