Gli americani pazzi per la “cacio e pepe” di Angelo: il tarantino che ha lasciato la sua città per rincorrere un sogno negli USA
articolo a cura di Antonello Corigliano
«Ho appena finito di preparare il pranzo». «Ma come – gli dico – magari la cena! Sono le 8 di sera». Inizia così la lunga e piacevole telefonata a Angelo Vozza, 29 anni di Taranto e con una passione irrefrenabile per la cucina. Lo avevamo intervistato qualche mese fa e ci aveva confessato che era in partenza per gli Stati Uniti. Per fare cosa? Esportare la cucina italiana e farla gustare agli americani per conquistare la sua prima Stella Michelin.
Angelo ha lasciato l’Italia e il suo locale, la sua creazione ovvero il LUX CONCEPT PUB, circa due mesi fa per Long Island: un’isola della costa orientale degli Stati Uniti, situata di fronte agli Stati di New York. Uno di quei posti da sogno frequentato soprattutto da gente benestante, politici influenti e personaggi hollywoodiani “quelli che vedi al cinema”: «La vita qui – ci spiega il giovane chef tarantino – è un tantino cara. Pensa che una cena base (vino, antipasto, primo e un secondo) spendi non meno di 200 dollari. Un litro d’acqua di una nota marca italiana costa circa 15 dollari e un caffè espresso stiamo sui 9 dollari. È un altro mondo!».
Angelo poi arriva subito al sodo parlando degli americani che sono letteralmente pazzi per tutto ciò che è made in Italy: «Gli americani amano i nostri prodotti e la nostra cucina. Quando sono arrivato in questo ristorante non avevano idea di quello che è davvero cucinare italiano. Ho dovuto dapprima lavorare sui gestori del ristorante e poi sui clienti che erano abituati a mangiare la cucina italiana con prodotti e sapori americani. Ovviamente questo lo sto facendo in modo graduale e questo comporta anche una modifica degli ingredienti del menu e variazioni di prezzi. Un piatto di cacio e pepe adesso costa non meno di 36 dollari. Una bottiglia di vino italiano parte dai 150 dollari».
Non è stato di certo facile buttarsi in questa nuova avventura per Angelo: «Quando sono partito l’ho fatto con il magone in gola. Lì ho tutti i miei affetti più cari per andare in un posto che avevo visto solo su google map. Ma il desiderio di realizzare il mio sogno è sato più forte delle mie paure. Non ti nascondo che ho avuto paura dell’incerto quando sono salito sul volo che mi portava a quasi 9mila chilometri di distanza da casa».
Il racconto di Angelo è entusiasmante, ricco di particolari del posto e della vita che si fa in quella parte del mondo così vicina grazie alle foto che si possono trovare sui social ma tanto distante dalla nostra “confort zone”.
Ma ha cosa hai pensato durante questo lungo viaggio, gli abbiamo chiesto: «Ho detto tra me e me ‘mamma che palle’, quanto è lungo ‘sto viaggio!!!! Ho dovuto prendere il treno da Bari per arrivare a Malpensa dopo 9 ore per poi fare altre 9 ore di volo per arrivare negli States. Pensa che quando sono atterrato alla dogana mi hanno trattenuto 3 ore: aprendo la mia valigia hanno visto la mia divisa da chef e hanno creduto che volessi fare l’immigrato clandestino. Ho rischiato di essere espulso con il primo volo per l’Italia».
«I gestori del ristorante stravedono per me. Sono entusiasti del lavoro – dice contento Angelo – che sto facendo e delle novità che ho apportato. I clienti hanno dato già un loro feedback positivo in questo periodo. Il piatto più richiesto è la cacio e pepe ma anche i risotti. Sono contento del mio lavoro e delle soddisfazioni che mi sta dando l’America».